VIDEO | In atto l’esecuzione di progetti per la riapertura del centro museale: c’è la copertura finanziaria ma manca il personale. Altra questione spinosa riguarda poi le occupazioni abusive dei terreni
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Per il rilancio del Museo e del Parco archeologico di Sibari si lavora su più fronti. I progetti ci sono con tanto di copertura finanziaria. Dal punto di vista funzionale e organizzativo l’unica criticità si riscontra sulla necessità di rimpinguare il capitolo del personale sia nel settore della guardiania sia le unità tecnico-scientifiche. Su questo versante, il ministero dei Beni Culturali pare abbia assunto impegni positivi sin dal prossimo anno.
Il Parco archeologico di Sibari
È la cornice in cui si cala l’area storica di Sibari unitamente all’Alto Jonio cosentino. A partire dal 25 settembre prossimo, in occasione della Giornata Europea del Patrimonio, sarà riaperto il Museo in attesa dell’allestimento definitivo che sancirà prossimamente l’istituzione del Museo nazionale della Sibaritide. Ciò consentirà di procedere ai lavori di restauro lasciando aperte al pubblico le sale espositive. «Si tratta di un’operazione interessante in quanto sarà anche l’occasione, ha riferito al nostro network il direttore del Parco Filippo Demma, di presentare anche i criteri geografici e chiunque potrà esprimere suggerimenti e/ pareri». L’attività parallela riguarda il ripristino dei sistemi drenanti nelle zone ancora chiuse, in particolare l’area del “Prolungamento Strada” e gli scavi di Casabianca che, entro la fine dell’anno, dovrebbero essere riattivate e aperte al pubblico.
Sibari come Pompei? Troppe differenze
Sarà mai ipotizzabile un domani pervenire ai flussi turistici cui gode Pompei? Perentorio il giudizio di Demma: «Sibari non è Pompei. E non sarà mai Pompei e non potrà mai essere Pompei. Se noi aspettiamo che il rilancio turistico della Calabria venga da un sito archeologico sbagliamo, non potrà mai accadere. Sibari è un presidio di cultura e di legalità, commenta Demma, oltre a rappresentare un forte potenziale economico. Ed è su queste cose che occorre far leva. Sibari, prima della fase pandemica, continua il titolare del Parco, registrava meno di 20mila visitatori l’anno, Pompei invece circa 5 milioni di visitatori». Vero è che fino a qualche ventennio fa il Museo e il Parco di Sibari beneficiavano di turismo scolastico nazionale e internazionale.
I lavori per il Museo di Sibari
È ormai da tempo che i due siti sono fuori da questi circuiti. Perché? «Non abbiamo un servizio educativo, per anni non lo abbiamo avuto. Tuttavia, il turismo scolastico è limitativo perché i visitatori arrivano un giorno, pernottano, e poi vanno via. Il rilancio può avvenire, invece, pensando di mettere al centro della programmazione sia la cultura sia le produzioni cultivar. Sibari rappresenta un possedimento di circa 500 ettari, 200 dei quali destinati a sfruttamento agricolo che potrebbero essere utilizzati per «la realizzazione di un grande parco della sperimentazione per la coltivazione delle produzioni caratterizzanti il territorio». Intanto altri significativi investimenti interesseranno la Sibaritide: in accordo con l’amministrazione comunale di Amendolara è stato acquisito Palazzo Andreassi (nel centro storico) dove sarà trasferito il Museo Archeologico nazionale “Laviola”. I lavori saranno consegnati entro la primavera del 2022. Sarà incentrato sui temi della preistoria e protostoria, delle prime occupazioni umane ancor prima dell’arrivo dei Greci. Il Parco archeologico di Paludi non rientra nella giurisdizione del Parco di Sibari, pur tuttavia, sono in corso delle relazioni tra i vertici della Soprintendenza e l’amministrazione comunale di Paludi (proprietaria del sito) al fine di avviare una discussione per la creazione di una rete di siti che facendo perno su Sibari possa amplificare l’offerta culturale. Idem con i comuni di Francavilla, Cerchiara e Corigliano Rossano.
Legalità e ripristino dei luoghi danneggiati
In cantiere il ripristino dello stato dei luoghi danneggiati da presunti atti intimidatori verso cui i magistrati della Procura di Castrovillari hanno avviato delle specifiche indagini. I roghi interessavano una serie di piccole strutture destinati ai custodi, ma anche altre postazioni intorno al Parco. Tutti atti sospetti che inducono ad ipotizzare la matrice dolosa e «poco confortanti», ha commentato il Direttore Demma, il quale ha sottolineato come proprio ad «ottobre partirà il Pon- legalità che metterà in sicurezza (servizio di videosorveglianza, droni e collegamenti diretti con le forze dell’ordine) i confini del Parco e tutte le pertinenze al fine di poter ripristinare a pieno regime tutte le strutture didattiche previste in programma». Altro tema altrettanto delicato e complesso è il capitolo delle aree di pertinenza del parco, date in concessione ai privati molti dei quali non hanno le posizioni regolarizzate.
L'occupazione abusiva dei terreni a Sibari
Si ipotizzava la presenza della ‘Nrangheta” sul punto: « Io non so se c’è una presenza effettiva della ‘Ndrangheta all’interno dei confini, quello che so è che le pertinenze del Parco sono state violate, gestite con approssimazione e in tanti se ne sono approfittati. In 20 anni, denuncia Demma, non abbiamo ricevuto un solo euro di pagamento per lo sfruttamento agricolo che, invece, hanno guadagnato gli abusivi su terreni di proprietà dello Stato. I proventi dei terreni vincolati dal Parco di Sibari avrebbero potuto essere utilizzati per la manutenzione dello stato dei luoghi». Su questo versante sono stati resi operativi una serie di provvedimenti nei confronti dei concessionari “infedeli” mediante azioni di sfratto anche se gli stessi, incalza Demma, «continuano ad occupare abusivamente i terreni». Prossima la convocazione di un Consiglio di amministrazione allo scopo di discutere metodi e criteri di riassegnazione delle aree interessate. «Parco di Sibari dovrà diventare un Polo di legalità, bisognerà tornare a pensare in maniera civile», conclude Demma.