Detto fatto. Nonostante qualche teca sia rimasta vuota, il nuovo museo archeologico di Locri ha aperto oggi per la prima volta le sue porte ai visitatori. Grande l’entusiasmo tra gli amministratori per l’importante obiettivo raggiunto, che rappresenta una svolta nella fruizione del patrimonio archeologico locrese, con sicure ricadute positive per lo sviluppo turistico della città. Presenti al taglio del nastro anche il sottosegretario al Mibact Dorina Bianchi, il Prefetto di Reggio Michele Di Bari, il neodeputato in quota FI Francesco Cannizzaro e il vescovo della diocesi di Locri-Gerace mons. Francesco Oliva.

 

«Non voglio soffermarmi sulle polemiche degli ultimi giorni - ha spiegato il sindaco Giovanni Calabrese - mi auguro di avere presto ospite il direttore Carmelo Malacrino per mettere ufficialmente fine a questa vicenda». La nuova area museale allestita a Palazzo Nieddu sarà intitolata a Paolo Orsi, archeologo che tanto ha dato a Locri grazie ai suoi studi sull’antica città magnogreca. In mostra testimonianze sulla vita del territorio nell’età protostorica relative alle necropoli di Canale Ianchina nell’entroterra locrese, di Sant’Onofrio di Roccella e di Santo Stefano di Grotteria ed in età greca con le novità emerse a seguito di recenti scavi legati all’ammodernamento della strada statale 106.