Spilinga è un piccolo centro del Vibonese di 1431 abitanti, conosciuto in tutto il mondo per la produzione della 'nduja. Ma Spilinga è famosa anche grazie a un suo abitante conosciuto ovunque, perché, come lui stesso afferma, ha «girato tanto facendo conoscere l’arte». 
 
Era il 1952 quando Reginaldo D'Agostino, appena tredicenne, trasformò una vecchia baracca, in cui erano nati i suoi fratelli, in una piccola bottega, iniziando così a fare i suoi primi passi verso la vera arte: intagliando, scolpendo, dipingendo e impastando creta. Oggi il maestro, quindicesimo di sedici figli, ha 83 anni e non si definisce un artista, ma un vero artigiano che sa usare le mani per realizzare cose belle per emozionare la gente. 
 
Entrare nella sua abitazione e bottega è come mettere piede in un museo, dove si possono ammirare le opere: dai quadri appesi alle pareti alle sculture, senza dimenticare gli strumenti musicali, dalla lira al violino, che costruisce con grande maestria arricchendole di intagli e decorazioni che lo portano a essere definito “scultore sonoro”.
 
In passato i soggetti dei suoi quadri erano i contadini, quel mondo rurale che sta scomparendo, oggi invece i protagonisti sono gli attori che rendono le sue opere un vero e proprio teatro.
 
Reginaldo ha insegnato per una vita materie plastiche nei vari istituti professionali, e molti suoi alunni oggi rimpiangono quegli insegnamenti. Tra i suoi discepoli, ce n’è anche uno speciale, suo figlio Domenico, che fin da piccolo è cresciuto seguendo le orme del padre e arricchendo un bagaglio che lo ha reso un vero artigiano dell’arte. Proprio per questo, oggi, Reginaldo non ha problemi a dire che l’allievo ha superato il maestro. 
 
I quadri di Domenico sono molto moderni e particolari: non dipinge solo sulla tela, ma anche sul corpo delle persone. Domenico è infatti un apprezzato tatuatore.