«Nel 500 a.C. i Greci coniarono per la prima volta la parola "Italia" per indicare una terra ricca e prosperosa nei pressi dell'attuale città di Catanzaro, nome che sarebbe stato successivamente esteso a tutta la penisola con la conquista della Magna Grecia da parte dei Romani. La sua scomparsa, però, non cancellò il contributo culturale e tecnico che le colonie greche avevano trasmesso in secoli d'insediamento, come ad esempio la cultura navale. Il futuro museo del mare di Catanzaro, vorrebbe raccontare, preservare, valorizzare, riscoprire proprio questo: la storia navale millenaria della Calabria, regione da sempre in simbiosi con il mare». Lo afferma il vicesindaco e assessore alla cultura, Ivan Cardamone, in una nota condivisa con Gaetano Anania, progettista e storico navale.

 

«Quelle dell'antica "Italia" – proseguono - non furono vicende marittime legate esclusivamente alla colonizzazione magno-greca. Esistono interessanti e peculiari storie, spesso sconosciute, legate alla tradizione marittimo/industriale di questa regione che si estendono fino ai nostri giorni, come, ad esempio, quella delle O.M.C. (Officine Meccaniche Calabresi) di Gerace Marina (RC), fondate dall'ingegnere Vincenzo Bruzzese negli anni ‘20».

 

Quindi la nota prosegue con un ritratto dell’ingegnere: «Bruzzese, nato a Grotteria (RC) nel 1896, sin da bambino mostrò grandi doti intellettuali e tecniche. Doti che gli permisero di conseguire la laurea in ingegneria meccanica all'università di Friburgo in Svizzera e successivamente di essere assunto alla Diatto di Torino (fabbrica locomotori di treni) con l'incarico di vicedirettore. Dopo quattro anni decise di tornare nella sua terra natia, impiantando a Gerace Marina un'officina meccanica, la futura O.M.C, produttrice successivamente di splendide motociclette. Durante le celebrazioni per il decennale della Marcia su Roma, 12 moto OMC aprirono la sfilata dei centauri su via dell'Impero».

 

E proprio perché specializzata anche nella lavorazione dei metalli grazie alle sue fonderie, «sul finire degli anni 20, si aggiudicò la totale commessa per la fornitura di bulloni e impalcature per la realizzazione del leggendario transatlantico Rex, vanto dell’era fascista, nei cantieri di Sestri Ponente (GE). Fu la nave più celebre della storia della navigazione italiana vincitrice del Nastro Azzurro nel 1933 e immortalata anche nel famoso film "Amarcord" di Fellini. Nel 1930, le officine ricevettero una visita del Genio militare che dichiarò la OMC "Azienda ausiliaria dello Stato" per fornire materiali agli arsenali della Marina e al Ministero delle Comunicazioni e venne inserita tra le officine che, in caso di guerra, erano mobilitate per la costruzione di motori aeronautici. Quella delle O.M.C. fu una storia particolare in cui venne instituita una rara sinergia tra Nord e Sud, sia tecnica che commerciale, che vide anche il trasferimento di molte maestranze da Torino a Gerace Marina, grazie all'esperienza e alle conoscenze accumulate dall'ingegner Bruzzese. Una realtà in controtendenza, in un Paese in cui i flussi migratori erano diretti spesso e volentieri da sud a nord.
Questa, e tante altre vicende, spesso sconosciute – concludono Cardamone e Anania - sarebbero quelle che vorrebbe raccontare il museo del mare di Catanzaro. Vicende legate non solo al passato navale antico e moderno della Calabria, ma alla storia della nostra moderna nazione, l'Italia, che appartengono a tutti noi da nord a sud. La volontà di musealizzazione del sommergibile della classe sauro, costruito a Monfalcone (GO), ne è un concreto esempio».