Ancora un riconoscimento per il gruppo folk “Città di Tropea”, questa volta grazie a un documentario del nostro collaboratore Saverio Caracciolo.
Dopo la vittoria dello scorso anno, i ragazzi guidati dal presidente Andrea Addolorato hanno bissato il successo classificandosi nuovamente al primo posto nella rassegna “Il fanciullo e il folklore”, giunto quest'anno alla 34° edizione e ospitato dal comune campano di Sessa Aurunca. Stavolta a permettere al gruppo di salire sul gradino più alto del podio è stato il documentario etnografico “Tizzoni di Calabria” dedicato all’antico e duro lavoro dei carbonai di Serra San Bruno.


«Il video, realizzato e curato dal regista Saverio Caracciolo, che, prima di essere un grande professionista è un grande amante delle tradizioni popolari - dice Addolorato –, ha voluto documentare, attraverso le immagini e il diretto racconto di alcuni dei pochi carbonai che ancora praticano questo duro ed importante lavoro, tutte le varie fasi per la realizzazione del carbone vegetale».


Il filmato, apprezzatissimo e premiato con voto unanime dalla giuria, composta da antropologi, esperti tecnici e professionisti del settore, è stato oggetto in un lungo dibattito, dove è emerso il perfetto lavoro svolto dal gruppo folk “Città di Tropea” e l’importanza che ha l’antropologia visuale per poter trasmettere ai posteri testimonianze indelebili nel tempo.

«Grande emozione e soddisfazione c’è stata, infine, per Saverio Caracciolo - continua Addolorato -, quando la giuria, nel corso del dibattito, ha dichiarato che il lavoro del regista tropeano può essere paragonato ai grandi capolavori del regista Vittorio De Seta».


Durante la kermesse il gruppo si è esibito con la rappresentazione di “U tagghju da Cudarattu”, un mix di balli, canti e scene curate dalla direttrice artistica Concetta Lorenzo e dalla collaboratrice Carmelina Crisafio per far vivere agli spettatori l’antico rito della tradizione marinaresca del taglio della tromba marina, contenuto nella clip “Riti e credenze nella cultura marinaresca di Tropea” che nell’edizione pesarese 2017 era valso il primo successo.


«Essere avvicinato e ricevere i complimenti da persone che da più di cinquanta anni fanno folklore e studiano antropologia nelle varie università italiane - conclude Andrea Addolorato -, è stato per tutti noi motivo di grande orgoglio, ma vedere l’emozione negli occhi dei nostri ragazzi, che hanno portato a termine dopo un duro lavoro un progetto curato e condiviso insieme per molto tempo, è stato qualcosa di unico».