VIDEO | Nell'aula intitolata al giurista morto in un lager tedesco, sono state ricordate le sue origini vibonesi (ASCOLTA L'AUDIO)
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Nel tribunale di Vibo Valentia la Giornata della memoria non poteva che celebrarsi nell’aula intitolato alla memoria di Emilio Sacerdote, il giurista cresciuto in Calabria e morto nel 1945 in un campo di concentramento tedesco. L’incontro, moderato dal giudice Ilario Nasso, ha preso le mosse proprio dall’esempio del procuratore e avvocato – un ebreo figlio di una vibonese - «che – ha ricordato il presidente del tribunale, Antonio Di Matteo – abbandonò la magistratura proprio dopo avere subito nelle aule del tribunale la più umiliante delle conseguenze delle leggi raziali».
Lo storico Spartaco Capogreco ha ricordato la sua scelta, una volta abbandonata la magistratura, di fare l’avvocato e di diventare partigiano «fino al suo arresto avvenuto a seguito di una delazione». Alla «Dote di Giustizia» di cui fu portatore Sacerdote, questo il tiolo dato all’incontro, hanno reso onore anche il procuratore della Repubblica Camillo Falvo, il vice prefetto Pitaro, il sindaco Maria Limardo, il vescovo Attilio Nostro e il presidente dell’Ordine degli avvocati Francesco De Luca.
Il sacrificio di Sacerdote è stato attualizzato anche per «evitare i rischi – ha avvisato il presidente del comitato provinciale dell’Anpi, Carmine Ermellino – che si ritorni al passato evitando le sottovalutazioni di questi anni e tenendo sempre presente che la costituzione italiana considera la propaganda fascista un reato».
Il referente della Comunità ebraica calabrese, Roque Pugliese, ha ricordato «il dramma di una condizione che pose questa regione, storicamente terra di accoglienza, di fronte all’indicibile sofferenza prodotta da leggi fondate sulla discriminazione».