VIDEO | Si tratta di Simona Canino che ha riprodotto il drago che decorava la soglia di una delle case dell’antica Monasterace. Ad accompagnarci nel viaggio, un noto archeologo calabrese, Francesco Cuteri
Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
È diventato il simbolo dell’antica Kaulon il drago marino raffigurato in un mosaico di epoca ellenistica che decorava la soglia di una lussuosa abitazione della colonia della Magna Graecia che sorgeva nei pressi dell’attuale Monasterace. È il più piccolo dei draghi di Kaulon che proteggeva l’ingresso di quella che oggi viene chiamata la “Casa del Drago”, ed è un’opera di straordinaria bellezza che ha ispirato la giovane mosaicista catanzarese, Simona Canino.
«Ho visitato diversamente volte il museo archeologico – ha spiegato Simona Canino - dove è custodita l’opera originale ed ogni volta sono rimasta sempre molto affascinata dal mistero che questo drago trasmette. Inoltre, credo sia motivo di vanto ed orgoglio per la Calabria stessa perché ci ricordano le nostre radici che affondano nella Magna Grecia».
«Quando realizzo un’opera che sia la copia di una antica o contemporanea – ha spiegato la Canino -, preferisco sempre lasciare una parte di personalizzazione e non realizzare una copia identica. In questo caso, si differenzia sia per le dimensioni, più piccola rispetto all’originale, e per la tecnica perché l’originale è un mosaico pavimentale e quindi la superficie è piatta. La mia riproduzione è invece un’opera che si presta ad essere esposta come quadro e la sua superficie, irregolare e mossa, realizzata con la tecnica diretta che consiste nell’incollare le tessere direttamente sulla malta, mi permette di giocare con i chiaroscuri».
Il coraggio di restare in Calabria
Simona Canino ha scelto di restare in Calabria nel faticoso tentativo di affermare un’arte, quella del mosaico, che affonda le sue radici nella storia più antica della regione. Dopo la maturità scientifica decide di dedicarsi agli studi artistici, frequentando la Scuola Mosaicisti del Friuli e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Ha svolto prevalentemente attività in campo artistico, dal restauro di mosaico alla realizzazione di opere su commissione, all’impiego presso un laboratorio orafo.
Francesco Cuteri “custode” dei tesori di Kaulon
Un’opera affascinante e misteriosa, il drakon, scoperto nel 1968, e che fa parte di un complesso archeologico ricco di tesori cui ha dedicato vent’anni della sua vita l’archeologo Francesco Cuteri che nel 2012 ha scoperto, nel corso dei suoi scavi, il pavimento a mosaico di un edificio termale raffigurante un secondo drago, delfini e mostri marini.
«La scoperta del drago sulla soglia di questa abitazione – ha spiegato Francesco Cuteri - ha aperto la strada per definire la città dell’antica Kaulon, oggi Monasterace, la città dei mosaici dove sappiamo che ci sono tante altre opere da scoprire. Usato come soglia in una stanza più nascosta della casa, il drago faceva parte di una composizione più articolata di un riquadro con onde marine, ma naturalmente il soggetto più importante era lui, il vero custode di quella stanza ed era anche l’animale che, con le sue caratteristiche ben note a chi frequentava quegli ambienti, faceva ben capire che quel luogo era protetto e che tutte le cose non pure, non buone non potevano avere accesso. Quindi è molto importante e mi fa piacere che si continui a scegliere questo soggetto per replicarlo perché sta avendo molto successo e sta diventando non solo il simbolo di quella città, ma anche della Calabria».
La recensione all’opera di Simona. «In questa riproduzione – ha detto l’archeologo – sono state inserite diverse tecniche che appartengono a molti secoli dopo, rispetto a quello ellenistico, a partire dall’età bizantina, ma anche romana con l’utilizzo di tessere anche molto piccole. Ciò che mi affascina, e che naturalmente non poteva essere utilizzato nel mondo antico perché in quel caso si trattava di una soglia, è che ci sono queste tessere a rilievo che conferiscono un effetto di luci e ombre molto bello, dando molta più profondità all’opera stessa. Quindi ritengo sia un’interpretazione molto profonda quella che Simona ha fatto perché si è ispirata a quella, ma credo che condivida pienamente il messaggio che dal mondo antico arriva».
«Rilanciare l’arte del mosaico»
Cuteri che è anche docente dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro ha spiegato che «quella del mosaico è una tecnica non semplice, non ci può improvvisare, non è un gioco in cui si incollano delle tessere una accanto all’altra, ma richiede delle abilità tecniche ed una visione dell’opera. Non si tratta di replicare qualcosa di antico, ma dare a ciò che si realizza un’anima attraverso l’estro dell’artista. Spero che l’arte del mosaico si possa rilanciare perché è una tecnica molto bella, non estranea al nostro passato».
L'opera
Il Drago di Caulonia è un’opera liberamente tratta dall’originale mosaico conservato presso il Museo Archeologico dell’Antica Kaulon. È realizzata con piccole tessere in terracotta bianca e rossa, mattoni, marmi (Bianco Trani, Giallo Travertino, Nero Assoluto, Rosa del Garda, Verde Alpi), sassi ecc., collocate tramite malta cementizia su supporto ligneo. Alcuni listelli in legno dipinto dello spessore di circa 1 cm fanno da cornice.
La tecnica diretta, che consente di sfruttare al massimo le caratteristiche specifiche di ogni tessera, giocando con luci e ombre e con la fuga come elemento integrante del mosaico, consiste nell’incollare direttamente le tessere sul supporto definitivo, sul quale era stato precedentemente riportato il disegno da realizzare. Questa tecnica generalmente è utilizzata per mosaici di piccole e medie dimensioni e per soggetti a collocazione interna.
Il museo archeologico di Monasterace
Anche il museo ha subito gli effetti delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria però ora il museo è nuovamente aperto, ma è necessario prenotare i biglietti online. I mosaici delle terme non sono ancora visitabili perché sono coperti per essere protetti però è possibile vedere l’originale del drago della casa.