Ha scritto il 29esimo libro, ha 87 primavere alle spalle di cui ben 73 vissuti da giornalista: sono da record i numeri che può vantare Umberto Di Stilo. Ha dato alle stampe “Galatro e le Opere pie di Alfonso Defelice” e, mentre parla di questa ultima fatica, anticipa la prossima «sulla storia della chiesa di San Nicola». Prolifico come sempre, questo maestro di scuola elementare in pensione che tuttora corrispondente di Gazzetta del Sud se lo ricorda il primo articolo.

«Era il 1950 e lo mandai al Messaggero di Roma – racconta – prima di pubblicarlo mi chiesero quanti anni avessi: io dissi 18 ma in realtà ne avevo 15». Da li in poi una lunga carriera che, da pubblicista, ha intrecciato con il lavoro nella scuola tra Torino e la Calabria. «I giornalisti locali – prosegue – sono degli storici, loro raccontano la quotidianità e oltre a informare, formano perché il loro racconto diventa un fatto culturale e sociale».

Di Stilo, dal lungo elenco delle sue collaborazioni giornalistiche, ricorda per l’affetto «quella più longeva, con Gazzetta», mentre nella biografia del protagonista del suo ultimo libro rivede tanto di quello che un cronista locale deve sapere sulla storia di quel territorio. «Era un benefattore – conclude – perché nell’800 creò una banca agricola per preservare il popolo dall’usura, poi costruì un asilo infantile per i poveri e, soprattutto, a lui si deve il primo studio sulle acque termali di Galatro».