VIDEO | Comitato di quartiere al lavoro per l'organizzazione dell'11 novembre in cui “il mosto diventa vino”, una ricorrenza che da diversi anni è tradizione per la città di San Francesco e il comprensorio
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Cuore del centro storico paolano, il quartiere Rocchetta rappresenta - ormai da anni - la location predestinata per ospitare la festa di San Martino, tradizionale momento di convivio che il comitato organizzatore, ad ogni edizione, impreziosisce con peculiarità e suggestioni uniche nel loro genere. «Siamo un bel gruppo - ha detto la presidente Carmela Struzzo - tutti uniti. Speriamo che anche quest'anno la festa riesca e confidiamo in una presenza di persone ancor più massiccia rispetto alle altre edizioni».
«Quest'anno - le ha fatto eco il vicepresidente Federico Scerra - abbiamo previsto delle zone del quartiere nelle quali ci saranno delle mostre d'arte. In più aree del rione ci saranno spazi dedicati alla nostra storia, con delle fotografie di chi ha partecipato alla vita quotidiana del rione. Sarà un'edizione un po’ diversa dagli anni passati, abbiamo pensato di rinnovare pure sulla gastronomia, e speriamo di avere un bel numero di visitatori. Penso che la Rocchetta sia veramente un punto di riferimento per la comunità di Paola».
A pochi giorni dalla celebrazione del miracolo che vede il mosto diventare vino, la comunità arroccata sotto il monumentale complesso monastico del Sant’Agostino, a due passi dalla torre del castello normanno che sovrasta la città del Santo, sta predisponendo un’accoglienza che oltre a badare agli aspetti folkloristici e tradizionali, quest’anno offrirà anche assaggi inediti di cultura, tra i quali alcuni manoscritti del Patrono di Calabria.
«Presenteremo anche alcune lettere di San Francesco di Paola - ha detto Paolo Alampi, membro del comitato - interessanti sotto vari aspetti. Le lettere non sono tante, sono cinque, precisamente tre lettere intere e due frammenti. Però in queste epistole si può veramente comprendere la personalità di Francesco di Paola, molto complessa e sotto certi aspetti sconosciuta. Sapete che in questo periodo al Santuario c'è una mostra dedicata a dei minimi francesi che cercarono di dimostrare la possibilità di conciliare scienza e fede, e c'è un frammento di una lettera del Taumaturgo che dice: “ben vengano gli uomini di scienza e sapienti nel mio ordine”. E questo naturalmente fa la differenza rispetto ad altri ordini, dove invece la scienza, l sapienza non era apprezzata, ma naturalmente dalle lettere vengono fuori altri aspetti interessanti. E quando verrete qui sarà un piacere parlarne con voi». Appuntamento fissato, quindi, per il prossimo 11 novembre.