Nino Racco non ha bisogno di presentazioni, ma in questo caso proviamo a raccontare la funzione sociale e artistica del cantastorie, vista anche con i ricordi d’infanzia del suo pubblico. A Serrata, poche case a cavallo tra la Piana reggina e le Serre vibonesi, lo spettacolo del cantante e attore calabrese è diventato così la sella comoda con cui cavalcare la nostalgia della gente. Una serata, andata in scena nel suggestivo spiazzo di Palazzo Gagliardi, in cui Racco ha giganteggiato accompagnato dalla sua chitarra, indossando la tradizionale maschera in legno che dopo 30 anni ormai è diventato il suo secondo abito. "'Ntricata storia di Peppe Musolino", il titolo del suo racconto fra versi e note, è stata così l’occasione - voluta dalla nuova amministrazione comunale - per rinnovare il senso della funzione sociale del cantastorie. «Anche le brutte storie vanno raccontate – ha spiegato l’artista – e chi le racconta vi prende parte e parteggia».