Un’arte che si trasmette di padre in figlio, da generazioni. La pesca accomuna diverse comunità costiere della Calabria e soprattutto gli uomini “dello Stretto”. Qui, ancora oggi, si porta avanti la caccia al pesce spada. I metodi con il tempo sono stati affinati ma rimangono il distinto ruolo dei membri dell’equipaggio, la fatica nel portare avanti un antico mestiere, la lotta tra l’uomo e il mare. Scilla, in provincia di Reggio Calabria, è fulcro di questa pratica remota e suggestiva. In particolare, le telecamere di LaC Storie, rubrica a cura del videoreporter Saverio Caracciolo, descrivono i momenti salienti della caccia, a partire proprio dalla preparazione degli arpioni.

Sull’imbarcazione, ciascun componente – dal più anziano al più giovane - ha compiti precisi e diversificati. Da un’alta torretta, gli avvistatori rilevano la presenza del pesce spada nelle acque profonde che separano la Calabria della Sicilia. Una volta indirizzato l’equipaggio verso un punto preciso, il lanciatore corre lungo una lunga passerella e arpiona con precisione chirurgica l’esemplare. Quindi la relativa cattura e il ritorno dell’imbarcazione in porto.