VIDEO-INTERVISTE | Un fitto calendario di eventi sta coinvolgendo la città bruzia che festeggia ormai da gennaio. Ieri la mostra Tam Antiqua, quam Nova, allestita per l’occasione all’ex Museo delle Arti e dei Mestieri, ha alzato il sipario
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Un fitto calendario di eventi sta coinvolgendo la città che festeggia ormai da gennaio gli 800 anni del Duomo di Cosenza. Si sta solennizzando il più possibile una ricorrenza che ha una forte valenza, non solo dal punto di vista religioso, ma anche storico, artistico, politico, culturale e sociale per l’intero territorio. Di recente la visita del Cardinale Parolin, segretario di Stato Vaticano, ha dato l’idea di quanto la Santa Sede tenga in debita considerazione la Cattedrale bruzia dedicata a Santa Maria Assunta che assurgerà ad abbazia e che è punto di riferimento per l’intero meridione d’Italia.
Ieri la mostra “Tam Antiqua, quam Nova”, allestita per l’occasione all’ex Museo delle Arti e dei Mestieri, ha alzato il sipario sui ritrovamenti e su altre opere inedite venute alla luce durante le recenti campagne archeologiche. Un classico percorso museale, dove però i reperti è quasi come se avessero la necessità di raccontare le epoche passate.
“Tam Antiqua, quam Nova”, la mostra sulla Cattedrale di Cosenza
Strutturato in sezioni tematiche, si articola in un cammino lineare e cronologico che documenta la stratificazione del monumento nel corso del tempo. Partendo dagli anni della fondazione dell’edificio nel 1222, si arriva fino agli interventi di restauro condotti nel corso del Novecento. Una sala multimediale, meta di tutti i presenti, ha attratto perfino i meno curiosi per la sua particolare conformazione.
Promossa dalla Cattedrale di Cosenza e dall’associazione 8centoCosenza APS, la mostra durerà fino al 30 settembre 2022. La speranza, come anno evidenziato gli architetti Cristiana Coscarella e Rinaldo D’Alessandro che ne hanno curato l’esposizione, è che la data di chiusura possa slittare così da permettere alle scuole di visitarla con l’attenzione dovuta.
Nolè e Succurro al taglio del nastro
L’inaugurazione è avvenuta a margine del taglio del nastro effettuato dall’arcivescovo della Diocesi Cosenza-Bisignano Monsignor Francescantonio Nolè e del presidente della Provincia Rosaria Succurro. Per entrambi, ma per il vescovo in particolare, si è trattato di una graditissima sorpresa non avendo nemmeno loro assistito nelle scorse settimane all’installazione dei ritrovamenti e degli affreschi. Di certo non lo avevano fatto due turiste polacche rimaste colpite dalla profondità della mostra e della bellezza del centro storico bruzio.
Insomma, per Cosenza quella della Cattedrale è una storia “antica” che si riferisce ad un glorioso passato di imperitura memoria. Tuttavia è anche una “nuova” che guarda alla contemporaneità, o meglio al futuro, senza però rinnegare le sue stesse radici.
L'architetto Coscarella: «Si spazia dall'epoca medievale a quella barocca»
L'architetto Cristiana Coscarella non ha dubbi: «Si tratta di una mostra che restituisce agli occhi dei visitatori il nostro Duomo così come si presentava nelle varie epoche storiche. Spazia da quella medievale a quella barocca. Ma - evidenzia - massima attenzione alle fotografie, ai dipinti e ai video che la renderanno interattiva».
L'architetto D'Alessandro: «Duomo di Cosenza edificio tra i più importanti del sud»
Per l'architetto Rinaldo D'Alessandro, l'altro curatore dell'esposizione, il Duomo di Cosenza «è uno degli edifici architettonici (e non solo) più significativi dell’Italia meridionale. Un edificio che troppo spesso è stato trascurato, e avrebbe invece bisogno di maggior risonanza a livello internazionale».