L’iniziativa voluta da amministrazione comunale, Istituto superiore e associazione sos Korai per lanciare un messaggio sul tema
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Da ieri, 25 Novembre 2019, anche a Tropea spicca una panchina rossa. Chi si avvicina a guardarla scopre che é stata realizzata, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulla donna, dal Comune in collaborazione con l’Istituto superiore e l’Associazione sos Korai onlus. Sulle sue doghe campeggiano i versi della grande poetessa Emily Dickinson: ”Il silenzio é tutto ciò che temiamo. C’é riscatto in una voce”. L’inaugurazione ha visto il piazzale gremito di giovani studenti e di altrettanti cittadini, desiderosi di poter dire: «Io c’ero».
«Effettivamente – riporta un comunicato della presidente di sos Korai, Beatrice Lento - ne é valsa la pena perché l’emozione è stata tanta e viverla intensamente ha suscitato una sensazione di profondo benessere. Splendido lo spettacolo delle ragazze e dei ragazzi che, disposti a semicerchio davanti al magico punto rosso, ammirati frontalmente dagli adulti, altrettanto emozionati e gioiosi di soddisfazione, hanno, lentamente, svelato la panchina raccogliendo il lungo velo drappeggiato a coprirla. Fino all’ultimo si era temuto di non poter concludere così l’intenso momento preparatorio svoltosi al Santa Chiara, ma, quasi per magia, il cielo nero si é improvvisamente alleggerito dai nuvoloni che preannunciavano la pioggia».
«Nel salone dell’antico Monastero – prosegue la nota - in tanti a preparare emotivamente l’evento Panchina rossa. Col sottofondo delle rappresentazioni musicali e teatrali degli studenti sono andati in scena tutti i promotori dell’iniziativa. Un palcoscenico decisamente inconsueto, rappresentato da un grande cerchio punteggiato, lungo la circonferenza, da centinai di pezzetti di cuore caduti a causa della violenza subita, frammenti di donne ferite dai maltrattamenti, dalle umiliazioni e dalle sofferenze fisiche e psicologiche inferte da uomini malati di assurdo, esasperato maschilismo».
La presidente Lento ha spiegato il senso dell’iniziativa evidenziando che «la panchina non é un elemento dell’arredo urbano né tantomeno un’installazione artistica. Si tratta, piuttosto, di un progetto di sensibilizzazione e informazione di dimensione nazionale, promosso dagli Stati generali delle donne, che ora include anche Tropea in un circuito di sensibilità rinnovata. La panchina é molto più di un evento, destinato a consumarsi nel giro di due o tre ore, é un segno che rimane nella Comunità e parla, invitando a uscire dai circuiti dell’indifferenza, perché la sofferenza, o addirittura la morte di una donna per mano di un uomo violento, é una ferita che pesa sulla comunità».
La Lento ha poi invitato a varcare il cerchio rosso i partner dell’ iniziativa a iniziare dal sindaco che ha rimarcato la vicinanza alla donna dell’amministrazione già evidente nel numero notevole di presenze femminili in seno alla giunta e al consiglio. Il sindaco Giovanni Macrì ha anche sottolineato «l’importanza di un’azione corale e l’esigenza di non cadere nella generalizzazione che fa di tutti gli uomini un fascio». Subito dopo Macrì, a entrare nel cerchio rosso, la professoressa Maria Domenica Ruffa, in rappresentanza del dirigente scolastico Nicolantonio Cutuli. La docente ha espresso il grande impegno nel settore riversato dalla Scuola e la grande volontà del corpo docente, costituito per la gran parte da donne.
Ultima a collocarsi nello spazio rosso la socia di sos Korai Luigia Barone, che ha donato una toccante testimonianza, frutto della sua professionalità di giudice onorario del Tribunale dei minori di Catanzaro: la storia di Stella, studentessa del Superiore, é apparsa, nel suo squallore di profondo degrado etico, un tragico episodio di indifferenza. La giovane ha lanciato tantissimi messaggi d’aiuto ma nessuno, neppure la sua scuola, li ha raccolti impedendo la tragedia. Luigia ha sottolineato, in particolare, il timore della ragazza di affrontare le vacanze estive, una paura così profonda da indurla a tentare di togliersi la vita. Fortunatamente non ci é riuscita, o, per meglio dire, c’é riuscita a metà ed ora giace in stato vegetativo in ospedale».
Il backstage della realizzazione della Panchina rossa ha segnato la fine della prima fase al Santa Chiara e il lungo corteo si é portato in Largo Duomo concludendo la celebrazione della speciale giornata in un clima di profonda condivisione comunitaria. Ha colpito, particolarmente, il religioso e assoluto silenzio che ha scandito le fasi più forti della celebrazione. «Femminicidio - ha dichiarato ancora la Lento - é un neologismo, bruttino, dietro cui si nascondono realtà e motivazioni complicate. Essenzialmente c’é la difficoltà di alcuni uomini di accettare l’emancipazione femminile e la resistenza di una forte tradizione maschilista che induce a confondere l’amore col possesso, l’uomo si sente il padrone della donna ridotta ad oggetto da usare ed abusare a proprio piacimento. Una Panchina rossa é l’impegno condiviso dalla Città di Tropea ad andare oltre per conquistare spazi di civiltà».