«Avevo 9 anni e mia zia mi ha portato al casting dell’altro film di Carpignano, “A Ciambra”, e lì ho conosciuto questo mondo che oggi mi dà una gioia immensa». Swamy Rotolo lo racconta così l’incontro che ha cambiato la sua vita di studentessa, oggi 17enne, vincitrice del David di Donatello come migliore attrice protagonista. Nella festa che Gioia Tauro le ha riservato, subito l’arrivo in treno da Roma assieme a papà Claudio e mamma Carmela, reca la statuetta che la sera prima aveva ricevuto dalle mani del presentatore Carlo Conti, ma non può fare a meno di tornare con la mente al regista italo americano che, trasferendosi nella città del porto, ha valorizzato lei e gli “attori di strada” che ha ingaggiato per le sue pellicole.

Prima il degrado del quartiere rom, oggi – in “A Chiara” – il coraggio di una figlia che scopre di avere un padre ‘ndranghetista, un modo completo per raccontare la Calabria senza omissioni, portandola nell’olimpo del cinema che conta. «Si che voglio provare a fare l’attrice a questo punto», risponde lei che frequenta la 4° dell’indirizzo Biotecnologie sanitarie dell’istituto Severi, altro vanto della sua città. «Ci hai resi orgogliosi – le ha detto il sindaco Aldo Alessio nella festa organizzata nel quartiere Piano delle Fosse – perché hai fatto in modo che della città tutta l’Italia si accorgesse per un fatto culturale. Preparati, perché nelle prossime settimane vogliamo ribadire il nostro riconoscimento organizzando una cerimonia nel municipio, in modo da fissare ancora meglio la soddisfazione che a nome dell’intera città ti manifesto».

Un ritorno in Calabria impiegato anche per spiegare gli aneddoti di una cerimonia, e di una vita, che cominciano a diventare essenziali. «Ricorderò l'assoluta sorpresa provata quando hanno fatto il mio nome - aggiunge - e mio padre ha dovuto fare una corsa dal bagno». E parlano anche Claudio Rotolo e Carmela Fumo, di una gioia incontenibile partita da hanno scelto il nome alla figlia, che in indiamo significa "amore per la vita". Applausi, abbracci, lacrime di gioia e fiori, hanno punteggiato piazza Silipigni, teatro del festival cinematografico che Carpignano organizza assieme all’associazione Gioia 3.0.