La presidente dell’associazione Infanzia e Adolescenza “G.Rodari” commenta il caso in cui la pena è stata dimezzata dal giudice per “tempesta emotiva”
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«Questa sentenza è un colpo nello stomaco. Come dire che più si è disturbati e più si è tutelati, una brutta scivolata sul terreno della legiferazione in materia di femminicidio. Si rischia di annullare anni di battaglie e di conquista di diritti fondamentali per le donne». Monica Zinno, presidente dell’associazione Infanzia e Adolescenza “G.Rodari”, commenta così il caso femminicidio di Riccione in cui la pena al colpevole è stata dimezzata dal giudice per “tempesta emotiva”.
«Ve lo ricordate il delitto d’onore? – chiede la Zinno - Art. 377: “Per i delitti preveduti nei capi precedenti, se il fatto sia commesso dal coniuge, ovvero da un ascendente, o dal fratello o dalla sorella, sopra la persona del coniuge, della discendente, della sorella o del correo o di entrambi, nell’atto in cui li sorprenda in flagrante adulterio o illegittimo concubito, la pena è ridotta a meno di un sesto, sostituita alla reclusione la detenzione, e all’ergastolo è sostituita la detenzione da uno a cinque anni”. È il codice penale Zanardelli, questo, quello del Regno d’Italia – 1889».
«Ma quando il fascismo – incalza la presidente - ci mette mano, le cose non cambiano granché. Art. 587 codice penale: “Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella”. È il codice Rocco, questo – Regio Decreto 19 ottobre 1930».
La Zinno ricorda che «il femminicidio per esempio, anticamente chiamato “delitto d’onore”, non veniva affatto punito, anzi legittimato e considerato l’unica reazione/soluzione possibile, in caso di tradimento e disonore. Bastava parlare d’“onore maschile” e il delitto veniva assolto e giustificato».
«Il delitto d’onore di un tempo attraversa la storia e le regioni, passando dal sud a tutto il resto del mondo, per diventare oggi, “femminicidio”. Eppure, ci fu il referendum sul divorzio nel 1974, ma il “delitto d’onore” fu cancellato dai nostri codici soltanto nel 1981. Vent’anni dopo il Divorzio. Le leggi sono sempre lente a recepire i cambiamenti del costume. E le donne continuano a essere uccise», conclude la Zinno.