Anche la chiesa calabrese si prepara ad una “riapertura”, in programma lunedì, e il vescovo di Mileto, Luigi Renzo, ricorda le prescrizioni che varranno.
Si torna alle messe partecipate dai fedeli, ma in un numero proporzionato alla grandezza dei luoghi sacri: più grande è il tempio e più persone verranno autorizzate. 
«Varrà il distanziamento – spiega il presule – e quindi importante sarà prevedere almeno 1,50 m tra una persona e l’altra».


Dalla prossima settimana, quindi, una grande prova di responsabilità, con i volontari che provvederanno a far rispettare la capienza prevista, nonché l'obbligo della mascherina.
Acquasantiere sempre vuote, segno della pace pure vietato, anche il fulcro della liturgia avrà regole ferree. «L’ostia verrà somministrata indossando i guanti – prosegue il vescovo – non si potranno formare file davanti all’altare, ma sarà il celebrante a passare tra i banchi. In ogni caso l’ostia verrà lasciata nelle mani dei fedeli».
Non ci saranno i cori, ma l’organista sì, e tra le navate non mancheranno i liquidi igienizzanti.


La chiesa si mette alle spalle i due mesi di messe senza ostia, con le funzioni seguite dai fedeli solo in tv o su internet, e si arriva a questa “fase 2” non senza polemiche, visto che c’è stato bisogno di un Protocollo siglato dalla Cei e dal ministero degli interni per anticipare a maggio quanto inizialmente era previsto a giugno.