Coronavirus, Favelloni dona le offerte della festa patronale all'ospedale di Vibo

Non ci saranno celebrazioni civili per i festeggiamenti di San Filippo d'Agira. Lo hanno deciso il comitato festa e il parroco don Andrea Campennì: «Con le donazioni acquisteremo respiratori, caschi o quanto necessario per affrontare l'emergenza sanitaria»

di Giusy D'Angelo
27 marzo 2020
18:00
La chiesa di Favelloni, Vibo Valentia
La chiesa di Favelloni, Vibo Valentia

Un gesto per contribuire a salvare vite e aiutare, nel loro faticoso lavoro quotidiano, i medici in trincea. È quello che giunge dalla piccola comunità di Favelloni (Vibo Valentia) che ha deciso di devolvere le offerte raccolte in vista della festa di San Filippo d’Agira all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia.  Proprio in queste ore, infatti, il parroco di Favelloni, frazione di Cessaniti, ha comunicato l’intenzione – in accordo con il comitato festa 2020– di donare quanto raccolto al nosocomio cittadino. Così, sulla pagina social don Andrea Campennì spiega: «Abbiamo pensato che quest’anno, emergenza coronavirus permettendo, non ci sarà festa civile nella nostra comunità ma solo festa religiosa, se si potrà. Per questo motivo, tutto il ricavato delle belle iniziative fatte dal comitato festa (circa 10mila euro) sarà devoluto all’ospedale di Vibo Valentia».

Le donazioni della festa destinate all'ospedale

Probabilmente non ci sarà  la musica ad animare la piazza e neanche i fuochi ad incorniciare la serata. Ma il valore della vita, per Favelloni, è più importante. E, sia per il parroco che per la comunità, quanto deciso è il modo migliore di onorare il santo patrono: «Saremo noi stessi a comprare un respiratore polmonare, dei caschi per la terapia intensiva o quanto necessario per affrontare l’emergenza. Sono già in contatto con alcuni medici dell’ospedale per capire come possiamo dare il nostro contributo», aggiunge. La notizia è stata accolta con favore dalla popolazione che, in più circostanze, si è dimostrata unita e solidale nell’aiutare gli altri.



 La raccolta fondi

L’emergenza coronavirus sta mostrando il volto di un Paese che non vuole smettere di lottare, più unito di quello finora apparso. Ha evidenziato le crepe e la fragilità del sistema, ma anche la voglia di ricominciare quanto prima. La raccolta dei fondi scadrà il giorno di Pasqua, il 12 aprile: «Tanti altri fedeli mi chiedono come donare. Ebbene, potranno farlo contattando l’ufficio della parrocchia. Il tutto sarà registrato anche sull’archivio parrocchiale», aggiunge infine don Andrea augurandosi che l’esempio di Favelloni sia seguito anche da altre comunità.

Giornalista
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