A soli 14 anni è diventata un’icona del cinema sociale, quello impegnato per la parità di genere e contro ogni violenza. Attraverso le sue interpretazioni ha lanciato un messaggio forte: che non c’è età per i maltrattamenti, non c’è età per un femminicidio. Lei è Denise Sapia, giovane attrice calabrese, di Corigliano-Rossano, che ha fatto del female pride una sua ragione di vita.

Rappresenta uno dei volti belli e positivi della nostra regione, una testimonial tout court del “mondo donna”. Denise è reduce da Un difficile Perdono, la cine web serie firma dal regista siciliano Salvo Bonaffini, che racconta di un femminicidio consumatosi in un ambiente familiare particolare. Lei, figlia di una famiglia agiata, innamorata di un ragazzo “normale” ma che tra le mura di casa vive una situazione condita di tante bugie e drammatici segreti, finisce per essere vittima di un omicidio. All’inizio il movente e la mano dell’assassino sembrano chiare, ma scovando a fondo nella storia familiare del ragazzo, si scopre l’universo di una drammatica e fatale gelosia.

 

«Una storia come tante altre – racconta Denise – una storia come ne accadono tante e di cui spesso nessuno ne è a conoscenza». Un ruolo chiave, che è valso all’adolescente rossanese il premio come Migliore attrice protagonista al Lazzaro Film Festival 2018 di Reggio Calabria oltre ad altri numerosi riconoscimenti come la prestigiosa Medaglia Aurata della Norman Academy, ricevuta nel giugno scorso a Roma.

Un ruolo impegnato, così come quelli che l’hanno vista dare un contributo artistico nel corto “Viol@”, incentrato sulla piaga della pedofilia, ed in altri due importanti lavori cinematografici come “Tienimi Stretto” del regista Luca Fortino e “Lea”, la fiction Rai firmata da Marco Tullio Giordana sulla vita di Lea Garofalo, nella quale Denise ha interpretato il ruolo della figlia della testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta il 24 novembre 2009.