«Con l’intento di risalire agli antenati di mia moglie, mi sono imbattuto nei registri parrocchiali di San Salvatore, Cardeto, Cataforio, Mosorrofa, Cannavò fino ad arrivare a San Lorenzo, dove ho reperito documenti fino al 1590. Mi sono reso conto del grande patrimonio esistente e però non fruibile. Ho pensato di fare qualcosa». Inizia così l’avventura calabrese di Ben van Rijswijk, archivista per passione, cittadino olandese che da tredici anni vive per scelta nella città ionica di Condofuri, con la moglie Angela Pitasi originaria di Reggio.

Appassionato di storia fin da bambino

«Appena in grado di leggere, fin da piccolo, cercavo i libri di storia», ha raccontato Ben van Rijswijk. Dopo una vita da insegnante di chimica e biologia in un paese nei pressi di Rotterdam, dove trent’anni fa la sua passione per le ricerche genealogiche lo aveva già fatto viaggiare fino al 1200 sulle tracce dei suoi antenati, la decisione di trasferirsi in Calabria per il fascino dei suoi luoghi. «Nessun posto abbandonato è mai solo un ammasso di pietre, case vecchie e rovine, poiché esso vive e racconta una storia antica», ha sottolineato Ben van Rijswijk.

In sella alla bici con la macchina fotografica

Qui con la sua bicicletta esplora i borghi e, da sempre appassionato di storia e di storie, con la sua macchina fotografa documenti. Dopo avere scoperto una Calabria ricca di memoria, ma anche povera di tracce capaci di raggiungere il mondo, Ben ha deciso di fare la propria parte e di offrire con dedizione e gratuità il suo tempo e la sua opera per dare un contributo alla digitalizzazione del patrimonio documentale dell’archivio storico diocesano di Reggio Calabria - Bova, diretto con lungimiranza da Pia Mazzitelli. La sua opera è estesa anche all’Archivio di Stato dove sta fotografando gli archivi notarili e ha superato i 100mila scatti. Un dono per la collettività alla quale Ben è grato di potersi rendere utile, ritendendo al contempo un dovere fare qualcosa per preservare la storia.

«Un popolo senza storia e un popolo senza futuro. Ho quindi voluto fare qualcosa per conservare e salvare quello che c’è. I documenti, che non sono dello Stato ma del popolo appunto, raccontano un’epoca, custodiscono storie familiari che qualcuno anche lontano, per esempio emigrato in altro paese o continente, potrebbe voler conoscere ecco perché è importante fare delle foto e archiviarle in rete. Ci sono, inoltre, tanti documenti antichi particolarmente usurati che, per essere preservati, devono poter essere consultati digitalmente», ha sottolineato ancora Ben van Rijswijk.

L’archivio dei registri parrocchiali

In particolare ben per sei anni si è recato negli archivi di oltre cento parrocchie dell’attuale diocesi di Reggio Calabria-Bova. Con le sue 400mila foto ha dato voce a secoli di storia del nostro territorio.
«Tra i documenti che mi hanno colpito di più ci sono stati i registri dei defunti al tempo della peste del 1743. In particolare le parrocchie di San Filippo e Giacomo e di San Sebastiano al Crocefisso hanno conservato questi registri dove risultano centinaia di morti, soprattutto donne, probabilmente per via delle gonne e della minore protezione rispetto all’assalto di pulci e pidocchi. Risulta anche singolare drammatica storia di Pietro Polacco, infermiere veneto inviato dal regno di Napoli in soccorso che, avendo violato il divieto di ingresso nella città chiusa per la peste, era stato imprigionato ed era morto in carcere. Mi ha colpito molto anche il liber defuntorum scritto dal prete della parrocchia di Scilla dopo il maremoto del 1908. Mi sono soffermato a pensare a quelle persone travolte da quell’onda violenta e improvvisa», ha raccontato Ben van Rijswijk.

Non ha solo fotografato e, quindi raccolto e sottratto all’oblio migliaia di documenti, ma ha anche redatto e pubblicato un indice certosino, frutto anch’esso di un lavoro meticoloso e paziente, contribuendo anche così in modo decisivo alla realizzazione dell’archivio digitale della diocesi di Reggio Calabria – Bova. Ma il suo lavoro continua perché grande è la sua passione.

In Calabria la sua nuova casa

Ha vissuto per oltre 50 anni in Olanda, poi l’amore, la famiglia, la scoperta della Calabria e un’affinità con i suoi luoghi e il suo clima diventati nel tempo un richiamo al quale ha risposto quando nella sua vita è stato necessario cercare e trovare nuovi ritmi e un nuovo stile di vita. Ben torna ogni anno in Olanda, dove sono rimasti i suoi figli Daniel ed Elisa, ma la sua nuova casa è ormai qui dove la sua curiosità e la sua passione per la storia hanno trovato copiosa linfa.