Dalle vette andine ai fondali del tirreno cosentino, così a Belvedere Marittimo i partecipanti al progetto “Pitagora Mundus”, si sono ritrovati a vivere un’esperienza unica nel suo genere.

Provenienti dalla Patagonia, punta estrema del Sudamerica condivisa da Cile e Argentina, gli ospiti dell’Istituto Calabrese di politiche internazionali (Is.Ca.P.I.) hanno avuto modo di immergersi nelle acque cristalline del tirreno cosentino, accompagnati dai componenti del Subaqua Diving Club di Paola che, per l’occasione, ha fatto provare loro le tecniche d’immersione derivanti dalla didattica Adip, un nuovo modo di intendere l’attività dei sommozzatori che sempre più sta affermandosi a livello internazionale.

Sotto lo sguardo dell’assessore Marco Carrozzino, presente per conto dell’amministrazione comunale che sin dal 2014 ha preso a supportare l’iniziativa, i componenti del gruppo di lingua ispanica, hanno partecipato con viva curiosità a tutte le attività, dimostrando di gradire particolarmente il mare della Calabria, regione per la quale hanno speso solo parole di elogio.

Presente anche il coordinatore del progetto Pitagora Mundus, Salvatore La Porta, che sulla scorta dei risultati ottenuti in quasi dieci anni di attività, ha già pianificato le prossime mosse da compiere, con Belvedere che ambisce a diventare epicentro del turismo “lento” (slow) e alla portata di tutti, grazie alla sinergia instaurata con il comune e i privati, molti dei quali già coinvolti nella creazione di un albergo diffuso che sta dimostrandosi molto attraente sul fronte dell’ospitalità.

Per conto dell’Adip era invece presente il fondatore, Jacky Marino, che dal Belgio sta conquistando il “mondo sommerso” degli amanti della subacquea, grazie alla creazione di una didattica che sta prendendo sempre più piede come standard internazionale.

A gestire materialmente le immersioni, i componenti del Subaqua Diving Club di Paola, che coordinati dal responsabile Lucio Meldolesi, hanno fatto vivere ai sudamericani un’esperienza indimenticabile.

«È stato come fluttuare nel ventre materno – ha testimoniato Julieta – una sensazione fantastica che porterò con me per tutta la vita»