Il Salone Internazionale del libro di Torino è indubbiamente un evento. Un grande evento. Una vetrina di grande valore per la cultura di questo paese. E il libro, che sembra essere sempre più un bene in via di estinzione, a Torino torna vivo, vegeto e trionfante. Anche la Calabria, notoriamente regione debole e trasandata quando si tratta di grandi eventi, al Salone del libro fa la sua figura. Anche quest’anno l’ha fatta. E un pezzetto di questa bella figura la si deve anche al presidente del notissimo Premio letterario Caccuri, Adolfo Barone, al quale è stato affidato il compito di organizzare alcuni appuntamenti nello stand della Regione Calabria. Che comunque anche negli altri giorni del Salone ha saputo ben apparire. E dice bene Antonio Ereditato: «Ho apprezzato la ricchezza del programma e l’incalzare degli eventi. Davvero uno spot efficace per la Calabria, al di là degli stereotipi. Cultura come motore di sviluppo e benessere». Ecco se tempo fa un ministro la sparò grossa (“con la cultura non si mangia “) oggi la si pensa esattamente all’opposto. E l’attivismo di una prestigiosa casa editrice, la Rubbettino, felicemente cinquantenne, confermato tutto ciò. Come lo conferma il Premio Caccuri giunto alla sua 12ª edizione con il titolo guadagnato sul campo di premio di valore nazionale.


E il calabrese Daniel Cundari, che a Torino ha lasciato una bella impronta: «Entusiasmante e appassionata, l'esibizione di "Dialetti del sottosuolo" ha creato un'atmosfera magica all'interno del bellissimo padiglione dedicato alla Calabria. Con Ettore Castagna siamo entrati subito in empatia, facendo quello che sappiamo fare: arte. Un plauso particolare va ai Caccuriani, che hanno fortemente voluto la mia presenza». Ed ecco che gli fa eco Ettore Castagna: «L’esperienza della performance con Daniel Cundari allo stand Calabria del SalTo non è stata solo per noi un momento artistico e di straordinario divertimento ma un’occasione di incontro di un pubblico qualificato». A proposito di pubblico qualificato c’è da dire che quest’anno, Paolo di Giannantonio evidenzia la folla che è passata dal Salone «un turbinio e rimescolio di alto, medio e basso: addetti ai lavori, politici ed ex, intellettuali, curiosi, scioperati, gitanti e ingordi di selfie (particolarmente numerosi)». Per poi entrare nel merito: «E se Fulvio Cama è musica, Daniele Castrizio è prosa ed anche poesia. Il professore, archeologo malato di “bronzite”, racconta gli ultimi capitoli della storia delle due statue, storia che è tutt’altro che conclusa. Il professore affabula e cattura, argomenta e insegna, coadiuvato dalle immagini e dalle ricostruzioni di Saverio Autellitano. Ma qui il registro cambia, siamo sul terreno della scienza». E mentre lo stand della Regione Calabria ha presentato ogni giorno un ottimo programma, gongolava Adolfo Barone, mentre i suoi ospiti si sono lasciati andare a momenti di entusiasmo. Gianfrancesco Solferino: «Al Salone del Libro di Torino ho incontrato un'Italia affamata di cultura, di libri, di lettura. E, in questo contesto, è stato altrettanto emozionante vedere la mia Regione rappresentata con amore, fierezza e senza pregiudizi!». E Daniele Castrizio: «È stata una grande emozione e certamente un grande onore partecipare a un evento in cui tutta la Calabria mostra il suo volto migliore. È ora di mostrare chi siamo veramente».

Poi lo scrittore di successo, Olimpio Talarico, uno dei tre fondatori del Premio Caccuri: «Lo stand della Regione Calabria, presente al Salone del Libro di Torino, è stato quest'anno un luogo particolarmente fervido di incontri, parole, storie, libri, esperienze. Il tutto è avvenuto all'interno di uno spazio fra i più belli e partecipati dell'intera manifestazione». Domenico Dara parla della «rigenerante sensazione di essere a casa lontano da casa». Mimmo Gangemi conferma l’interesse del padiglione Calabria: «Non salto il Salone del libro dal 2010. E il mio rifugio è lo stand Calabria, perché mi ci sento a casa. È sempre stato un’eccellenza, e questa è una rarità per noi. È stato elegante e accogliente, fervente di attività, con ospiti sorprendenti come solo al mattatore caccuriano poteva riuscire». Mentre per Mons. Antonio Staglianò: «Viviamo in società complesse e pluralistiche. È una condizione sociale che entra nel profondo dello spirito umano e diventa condizione dell'anima. La Fiera del libro è una esperienza significativa per "abitare il pluralismo", sapendo ascoltare le convinzioni e gli interessi degli altri, ma anche una occasione preziosa per far sentire la propria voce, argomentando le proprie ragioni. Per me è stata una esperienza di arricchimento culturale». Di sicuro valore e attenzione quanto fatto al padiglione della Regione Calabria Germana Zuffanti che ha intervistato la scrittrice e poetessa Dacia Maraini che con "Caro Pierpaolo" racconta in tono intimo, attraverso lo stile epistolare, Pier Paolo Pasolini. E qui viene fuori un Pasolini inedito, fragile, dai grandi sentimenti.

Grande interesse per "Rosa. La vita da romanzo della nonna di Papa Francesco. Dalle Langhe piemontesi alla nuova vita in Argentina" di Marilu Simoneschi. Sempre nel padiglione della Calabria, ne hanno discusso: Paola Casagrande, Mons. Roberto Repole (Arcivescovo Diocesi di Torino), Mons. Antonio Staglianò (Presidente della Pontificia Accademia di Teologia, già Vescovo di Noto), Manuelita Scigliano ( Associazione Sabir). Ha moderato Germana Zuffanti. Da segnalare infine l’intervista al matematico e divulgatore scientifico Piergiorgio Odifreddi, autore del volume "Grandi Lampi di Genio".