Il cantautore, che 32 anni fa partecipò al Festival della canzone italiana nella sezione Nuove proposte, è stato ospite di “Play Generation”, format in onda da lunedì al venerdì dalle 16 alle 18 su LaC On Air
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Da più di trent’anni c’è chi continua a fischiettare il suo motivetto. «Eri una bambina, la più stretta della scuola, eri un’acciughina. Oggi hai quindici anni e piangi sola chiusa in bagno per la festa del tuo compleanno…», è con questi versi che “Brutta”, il brano portato al successo da Alessandro Canino al Festival di Sanremo del 1992 tra le Nuove proposte, racconta uno dei momenti più difficili da attraversare nella vita di tutti: l’adolescenza.
Il senso di smarrimento, la non accettazione di sé, l’incertezza, la derisione, la paura ad ogni nuovo passo da compiere, l’immagine allo specchio che non restituisce il ritratto sperato, la sensazione di essere stati irrimediabilmente sconfitti dal resto del mondo, le parole sussurrate alle spalle che levano di torno avanzi di felicità. Di questo parla “Brutta” ma non solo. Nel pezzo che porta la firma di Bruno Zucchetti e Beppe Dati c’è anche spazio per il riscatto, per la mano tesa, per la dignità che merita l’imperfezione, per l’amore che toglie alla solitudine ogni ragione per restare, per la constatazione che la vita a quindici anni non è già compromessa.
«Oggi “Brutta” potrebbe essere considerata un inno contro il bullismo». A dirlo è lo stesso Alessandro Canino ai microfoni di LaC OnAir, la radiovisione calabrese disponibile sul canale 17 e in dab radio, intervenuto in diretta durante una puntata di “Play Generation”, format in onda da lunedì al venerdì dalle 16 alle 18 e che anticipa il programma “La Banda degli OnAir”.
«All’epoca – prosegue Canino con riferimento a Brutta - ho raccontato un fatto avvenuto in un compleanno con la semplicità di parlare di un episodio in cui tutti ci siamo più o meno ritrovati. Durante l’adolescenza capita di vivere quell’incertezza e di non sentirsi adeguati di fronte allo specchio. Cosa che accade anche da grandi. Tantissimi ragazzi oggi mi scrivono perché si identificano nel brano. È un’emozione che si rinnova ogni volta».
Nel corso della lunga intervista, Canino ha messo a nudo anche il suo amore per la Calabria. Regione che considera stupenda, in cui spesso si è esibito e dove abitano diversi suoi amici. Ha definito poi Loredana Bertè, originaria di Bagnara Calabra e sua coach nel programma “Ora o mai più”, una persona tosta. Un’artista che è stata capace di metterlo alla prova come rocker facendogli interpretare in prima serata su Rai Uno diversi grandi successi. A margine del collegamento si è parlato anche del brano “Io fino a te” che Alessandro ha cantato con la figlia Guya qualche anno fa e a cui, a breve, seguirà un nuovo lavoro. Un progetto che si preannuncia forte ed importante proprio come la passione per la musica che lega padre e figlia.