FOTO | Mentre nel centro storico di Rossano si celebra la madonna raffigurata in un’icona bizantina “non dipinta da mano umana” a Bixiga la parrocchia coinvolge centinaia di migliaia di persone, costruisce e mantiene opere sociali
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Il culto della madonna Achiropita, che si celebra a Rossano nel mese di agosto, rappresenta per la città un momento di festa a carattere civile e religioso. Da una parte le celebrazioni religiose, la processione suddivisa in due giorni – il 14 nella parte bassa del centro storico di Rossano ed il 15 nella parte alta – ed i concerti in piazza, quest’anno con i The Kolors ed il loro tormentone dell’estate – “Italodisco” – e Daniele Silvestri. Corigliano Rossano, però, non sarà l’unico luogo in cui sarà celebrata la madonna Achiropita, l’icona bizantina il cui nome deriva dal greco e significa “non dipinta da mano umana”. Ad inizio ‘900 alcuni emigrati rossanesi in Brasile hanno “esportato” la festa anche a San Paolo, in Brasile, e precisamente nel quartiere Bixiga.
Quest’anno si festeggia la 97a edizione con oltre duecentomila partecipanti. Il sito internet della parrocchia che porta il nome di Nossa Senhora Achiropita riporta alcuni tratti storici, dalle origini alle proporzioni raggiunte oggi ed un impegno sociale e benefico unico in tutto il Brasile. «Quando i primi immigrati arrivarono a Bixiga, portarono un'immagine che iniziò ad essere venerata dai fedeli nel 1908, a casa di João Falcone. Lì fu eretto un altare ligneo sulla strada sterrata, dove fu collocata l'immagine della madonna. Il 13, 14 e 15 agosto furono celebrate delle messe in favore di Nossa Senhora Achiropita allo scopo di raccogliere dei fondi per acquistare un terreno su cui edificare una cappella. Il luogo prescelto fu quello dell’attuale chiesa (in foto)». «Passarono gli anni – racconta ancora il sito internet della parrocchia – e quella piccola cappella divenne troppo piccola per tante persone. Fu necessario costruire una chiesa grande e definitiva, ma non c'erano soldi.
E così si decise di proseguire con l’organizzazione della festa e formare un comitato. A quel tempo c'erano bancarelle con lotterie per i doni raccolti, aste su carri, e la vivace banda dei bersaglieri, provenienti dall' Italia. C'era anche una processione che portava l'immagine di Nossa Senhora Achiropita e Nossa Senhora da Ripalta, attorno alle quali le famiglie facevano le loro donazioni in denaro. I balconi erano drappeggiati con trapunte e coperte (come a Rossano Alta, ndr). Durante la seconda guerra la fiera fu sospesa a causa della persecuzione degli italiani da parte del governo di Getúlio Vargas, ma la parte religiosa continuò con messe, novene e processioni». Le celebrazioni riprendono negli anni ’50. In quel periodo viene allestito il primo stand gastronomico «molto gradito, realizzato dalle donne della comunità che offriva ai partecipanti il panino al prosciutto». «A quel tempo, le strade erano decorate con fili di lampade colorate.
Dal 1975 in poi – è ancora il racconto della parrocchia Nossa Senhora Achiropita – le famiglie portavano piatti dolci e salati da vendere alla festa. La festa si stava ancora svolgendo nel cortile dietro la chiesa. Nel 1979 la festa fu definitivamente portata in piazza e nel 1980 fu istituita con la dovuta autorizzazione del Comune. Quell’anno c'erano tredici tende e circa 200 volontari». Le edizioni si susseguono e la festa continua a diventare sempre più popolare a San Paolo. «Attualmente – si legge ancora sul sito della parrocchia – più di 200mila persone provenienti da San Paolo e da tutto il Brasile partecipano alla festa. La maggior parte dei visitatori si reca in chiesa per partecipare alla messa e alle benedizioni che avvengono ogni ora. La festa diffonde la devozione a Nossa Senhora Achiropita a molte persone ed è più conosciuta in Brasile che nella stessa Italia. Grazie alla festa si costruiscono e mantengono opere sociali».
E tutti i fondi raccolti ed il «reddito generato dal lavoro svolto gratuitamente con tutto l'amore di più di mille volontari, durante l'intero mese di agosto, viene interamente devoluto al mantenimento di Obras Sociais Nossa Senhora Achiropita». Oggi quel cordone ombelicale tra le due comunità si è quasi definitivamente tranciato. Restano legami personali e qualche episodico contatto.