VIDEO | Un progetto nato in collaborazione tra l'Auser e il movimento Rete dei Beni Comuni presentato nella sala del Consiglio comunale della cittadina tirrenica
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Aperta ad ogni sorta di miglioria, concreta come la base progettuale che l’ha generata, l’iniziativa messa in campo dal circolo paolano dell’associazione Auser, che in collaborazione con il movimento Rete dei Beni Comuni ha dato vita ad un doposcuola unico nel suo genere, è di quelle che paiono destinate a durare, perché capace di coinvolgere più ambiti nella visione di un unico scopo.
L’obiettivo è ovviamente fissato nel benessere delle generazioni cui è rivolto, ragazze e ragazzi in età scolare, compresi tra quelli che vanno dalla licenza media al diploma, giovani che verranno messi in condizione di fare esperienza con l’inclusione, intesa come insieme di condizioni paritarie, funzionali ad un percorso collettivo dal quale trarre, magari, anche l’ispirazione per sviluppare propensioni e vocazioni.
Sebbene siano principalmente rivolti a studenti con bisogni educativi speciali, con disabilità e con disturbo specifico dell’apprendimento, i laboratori di didattica inclusiva che verranno messi in atto dagli esperti coinvolti nel progetto, sono aperti a tutti coloro che - idonei ai requisiti anagrafici richiesti - abbiano intenzione di scoprire di cosa si tratta.
Nell’aula “F. Lo Giudice”, sede del consiglio comunale paolano, al cospetto di pubblico eterogeneo (composto anche dalle dirigenti scolastiche di alcuni dei plessi più frequentati della città), il progetto è stato illustrato da Rosa Abramo e Simona Nigro, rispettivamente insegnante di sostegno e psicologa, che hanno preso la parola prima del capogruppo Andrea Signorelli, docente di sostegno anch’egli e politico da sempre vicino alle istanze associative finalizzate a promuovere istruzione e cultura.
Incassato il placet delle presidi, che oltre a porre quesiti sulle tempistiche d’attuazione del progetto, hanno dato prova di gradire l’iter prospettato, gli organizzatori hanno anche lanciato segnali incoraggianti per il futuro lavorativo del personale e dei volontari coinvolti, che in prospettiva potrebbero occuparsi stabilmente di questo ambito educativo, fondamentale per una società protesa alla considerazione della persona, intesa come somma di tutte le forme di umanità di cui ognuno è parte.