“Didone e altre Ombre. Le morti violente nell’Eneide di Virgilio: uno studio focalizzato sul verso 689 del IV Canto”, è questa l’ultima opera della giornalista e studiosa lametina Giulia De Sensi edita da Il Sileno Edizione nella sezione Literary Cristicism.

 

Un volume monografico realizzato grazie alla collaborazione di Francesco De Pascale, Valeria Dattilo, Franco Bilotta, che va a fondo su uno dei versi più dibattuti della critica virgiliana. Un verso, spiega una nota stampa, che nessun filologo è mai riuscito ad interpretare in maniera univoca da che l’Eneide è oggetto di studio.

 

Una sfida per De Sensi che offre «un’interpretazione innovativa, sulla base di conoscenze medico-scientifiche e analisi comparate con altri passi, interni ed esterni all’Eneide, utili a spiegare il senso preciso delle parole contenute nella parte finale del verso: “[…]; infixum stridit sub pectore volnus”, una frase su cui lo scalpello dei filologi si è da sempre accanito, per comprendere le meccaniche di morte della regina più infelice della letteratura di tutti i tempi».

 


Alla luce degli studi di medicina compiuti dal giovane Virgilio, il lavoro si serve utilmente del confronto con altre morti violente descritte nell’Eneide, in episodi in cui a volte compaiono gli stessi termini utilizzati al verso 689. Allo stesso tempo si ricorre ad altre fonti, utili ad offrire un quadro di come la morte per ferite da taglio venisse vista e rappresentata in antico, prima e dopo Virgilio: l’Iliade, l’Odissea, la Legenda Maior di San Bonaventura da Bagnoregio, il Tractatus de Miraculis di Tommaso da Celano. Un aiuto e un riferimento utile è stato fornito anche dal confronto con gli studi sull’Eneide di Brooks Otis, pubblicati ad Oxford nel 1963.