VIDEO | La pellicola vede l’attore crotonese misurarsi con il noir italiano riportato ai fasti di un tempo dal regista Andrea Di Stefano
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C’è di nuovo tanta gente al Cinema Teatro Apollo di Crotone e questa sarebbe già una notizia. L’attesa è poter apprezzare Carlo Gallo, cofondatore, assieme al fratello Angelo, del Teatro della Maruca, misurarsi nuovamente con un grande film e grandi attori ed autori dopo l’esperienza con Penelope Cruz nel film di Crialese “L’immensità” presentato sul red carpet di Venezia. Ma se c'è un’altra grandissima soddisfazione, tra tante, che può e deve riguardare Carlo Gallo è che “L’ultima notte di amore” con Pierfrancesco Favino, resuscita il noir italiano, con il regista Andrea Di Stefano che torna in Italia e cita, uno ad uno, i grandi del cinema di sempre.
Non è un caso che critica e botteghino di questa pellicola aggiungano ulteriore prestigio a Di Stefano dopo il grande successo internazionale ottenuto con film come Escobar con Benicio del Toro e The Informer con Clive Owen e Rosamund Pike. E Carlo Gallo è consapevole e giustamente orgoglioso: «Penso che parlare di Sergio Leone e comunque della grande tradizione dei film di genere che hanno reso la scuola italiana cinematografica famosa in tutto il mondo, sia dovuto con questo film».
Per troppo tempo si è pure forse giustamente reputato complicato misurarsi con il noir in Italia, se non in serie tv o in film di cronaca o di mafia. Qui atmosfere torbide e difficili da riprodurre, vengono subito “risolte” con riprese aeree sui tetti dei grattaceli periferici di Milano ed un respiro affannoso che è già più di un pezzo rap. Poi Favino e l’intero cast si mettono al servizio del progetto che prevede il disegno di una commedia che ha l’ambizione, riuscita, di tenere assieme grottesco e quotidiano la vita di un poliziotto onesto pronta a ribaltarsi per il semplice desiderio di qualche spicciolo in più.
E mentre si fondono ancora al “povero” cinema crotonese, una Milano notturna con mafie cinesi e ndrangheta calabrese a Carlo Gallo non possiamo che chiedere quanto riuscirà a portare di queste esperienze nel suo Teatro della Maruca: «Le due cose camminano sempre assieme, la mia compagnia e l’approfondimento che non ho mai mollato, si fondono» ci racconta con emozione ed orgoglio “chissà se l’esperienza che abbiamo già affrontato con Matteo Russo e che tra poco vedrà luce nelle sale, potrà essere replicata in qualche altro modo” riferendosi al docufilm sul “fuoco di Santa Lucia” che racconterà le periferie della città pitagorica.
E nel percorso di crescita e continua ricerca dell’attore ed autore non potrà che riservare un posto speciale l’esperienza al fianco di Pierfrancesco Favino, magistrale protagonista della pellicola che ci mostra, ancora una volta, il suo camaleontico talento nell’interpretare i ruoli più svariati; com’è lavorare con Favino, chiediamo a Gallo: «Una scuola, una scuola e poi il piacere di vedere da vicino l’umiltà, la dedizione e la capacità di non lasciare mai nulla al caso, rimanendo un grande artigiano con un grande cuore». A noi il piacere di riscontrare che anche questo figlio di Calabria stia continuando a costruire ed irrobustire una carriera artistica che sta consegnando Carlo Gallo alla migliore tradizione del cinema e del teatro italiano che tanto ha ancora da “riferire” a quello internazionale.