VIDEO | Con Calabria Odv ha preso il via “Volontari per l’educazione”. Durante la presentazione dell’iniziativa sono stati donati diversi tablet per permettere agli allievi stranieri di studiare anche a distanza
Tutti gli articoli di Cultura
Dopo avere toccato sedici regioni arriva anche in Calabria il progetto di Save the children “Volontari per l’educazione”. Grazie alla collaborazione con Cda Calabria Odv si porteranno supporto e assistenza a bambini e adolescenti in difficoltà e che siano andati in crisi educativa a causa del Covid e delle nuove modalità di approccio allo studio che ha indotto. Ma non solo.
Il progetto si rivolge anche ai figli di vittime di violenza che vivono in case protette, lontano da banchi e maestre, con possibilità limitate di socializzazione. A segnare il taglio del nastro simbolico dell’iniziativa è stato l’Istituto Comprensivo di Maida, qui sono stati consegnati decine di tablet a soggetti fragili o stranieri e sempre qui inizierà per poi diffondersi in tutta la Calabria la formazione dei volontari che diventeranno educatori ed insegnanti.
La presidente di Cda Calabria Odv Graziella Catozza ha insieme alla responsabile nazionale del progetto, collegata in video conferenza, Paola Pellegrino, esplicitato le modalità del progetto a partire proprio dalla scuola pilota, quella di Maida, guidata dal dirigente Giuseppe De Vita.
Presenti all’incontro anche la delegata Caritas Alessandra Cugnetto, il sindaco di Jacurso Ferdinando Serratore, il delegato del comune di Maida Paolo Pileggi e Merilisa Del Giudice per il “Forum Famiglie della Calabria”.
Circa 300 le scuole e 43 gli atenei coinvolti in Italia con lo scopo di intervenire sulla crisi e la povertà educativa legata al Covid nei bambini e negli adolescenti dai 9 ai 17 anni e nei minori figli di vittime di violenza che vivono in case protette. Il progetto prevede di affiancare stabilmente un volontario, adeguatamente formato, ad un singolo bambino/adolescente o a un piccolo gruppo di bambini/adolescenti per l’accompagnamento allo studio.
«Non si tratta solo di dare un sostegno ma anche di stabilire una relazione educativa – ha commentato per Save The Children Pellegrino – lavorare sulla loro autostima e sui bisogni, mettere in contatto persone lontane cercando di coniugarne caratteristiche e necessità».
Nella fase sperimentale, Save the children ha raggiunto oltre 1.500 studenti tra i 9 e i 16 anni in 16 regioni italiane e formato 950 volontari per l’Educazione, che hanno aderito all’omonimo programma nazionale lanciato lo scorso dicembre da Save the Children, in collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui) e dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (Rus).
Un’iniziativa nodo di altre, ha spiegato Graziella Catozza, volta a creare «un’alleanza contro la povertà educativa, per distruggere muri e costruire ponti».
Il progetto nasce in una scuola a grande flusso migratorio, ha detto il dirigente De Vita, «nella quale almeno il dieci per cento degli alunni è figlio di stranieri, alcuni stanziali, altri in zona per la campagna di raccolta degli agrumi e delle olive. Ci è capitato più volte di doverli andare a cercare casa per casa. Ben vengano queste iniziative».