FOTO | Viaggio in uno dei luoghi di eccellenza del Vibonese tra l'incanto dei vigneti e sapori che raccontano una cultura radicata e antichissima
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Una Calabria poliedrica e piena di sorprese quella che decidiamo di raccontare ogni giorno. Una terra dura, testarda e al contempo piena di storia e piacevoli scoperte. Una terra la Calabria che da qualsiasi punto la si osservi ha da regalare spunti, storie ed eccellenze. Così dai vigneti che affacciano sulla “Costa degli Dei”, che si estende per tutta la Costa Marina del Vibonese da Pizzo Calabro a Nicotera, raccontiamo come la cantina Benvenuto sia un eccellente tassello in più per la crescita del turismo enogastronomico calabrese. Un turismo attratto a 360° non solo dallo splendido mare che ne bagna le coste, ma anche dalle bellezze paesaggistiche, storiche ed enogastronomiche che la rendono una terra viva.
Di cantina in cantina
L'iter è generalmente lo stesso per tutte le cantine. Per far conoscere le eccellenze e i prodotti è necessario organizzare dei tour di degustazione all'interno della cantina stessa. Anche questa volta la chiacchierata con l’imprenditore Giovanni Benvenuto è stata accompagnata dal suono dell’imbottigliamento dello zibibbo Igp.
Giovanni Benvenuto mi racconta che in primis ci si sofferma sulle vigne raccontando non solo il territorio ma anche ciò che si cela dietro allo stesso e che si lega alla cultura, alla storia e alla tradizione. Nello specifico, raccontando come lo Zibibbo è arrivato fino a Vibo così come arrivò fin qui il magliocco canino e come durante il percorso della storia sia rimasto nella cultura locale. Dalle vigne ci si sposta successivamente in cantina, dove viene raccontato il vino e dove vengono fatti degustare i prodotti tipici locali. «Cerchiamo di coinvolgere sempre il più possibile le strutture che si trovano intorno alla cantina. Vi è difatti una richiesta specifica non solo da parte dei turisti, ma anche di alcune strutture che cercano di offrire più servizi possibili agli stessi».
Le masterclass sul vino
Come spiega l’imprenditore «I vini vengono fatti degustare con prodotti del territorio, con taglieri e salumi tipici», così come è possibile creare degustazioni ad hoc con cucina povera tipica del luogo come braciole o frittatine. Quello che da Benvenuto viene definito «un eccesso di campanilismo che porta a raccontare il patrimonio enogastronomico locale, com'è il pecorino del poro, le soppressate locali, la 'nduja e la cipolla rossa di Tropea». Anche perché come mi spiega Giovanni nel Vibonese, e lo dice con una punta di orgoglio, esistono gran parte delle eccellenze gastronomiche della Calabria. Unitamente a questo tipo di promozione per il turismo enogastronomico, mi viene spiegato che durante le manifestazioni vitivinicole in Calabria, si organizzano masterclass. Una tra queste quella sui vini della "Costa degli Dei" e anche in questo caso si approfitta per raccontare il territorio oltre a parlare dei vigneti e dei vini.
Questo perché «il vino come il cibo diventano anche uno strumento per raccontare il territorio. – come dice Benvenuto - detto con tutta sincerità è utile anche al produttore, perché di cantine ne è pieno il mondo, quindi a rendere il prodotto particolare e anche il legame con il territorio, che conosciuto e raccontato come si deve affascina anche il consumatore».
A detta dell’imprenditore, il territorio deve poter essere libero di esprimersi e raccontarsi. Nel caso specifico parlando di Zibibbo e di quella che era la vocazione iniziale vitivinicola del territorio. Questo permette di fare cose positive per lo stesso, differentemente quando si viene "castrati", quando viene violato o forzato il territorio anche la sua possibilità di esprimersi, raccontarsi e vendersi riduce al minimo un’eventuale crescita.
I riscontri delle cantine Benvenuto sono riscontri legati a turismo straniero ma anche italiano e autoctono. La presenza di un maggiore turismo estero, secondo l’Imprenditore, potrebbe essere legato ad un aspetto prettamente tecnico poiché a un quarto d'ora dalla Cantina si trova l'aeroporto di Lamezia così come Tropea che è molto vicina al territorio di Francavilla Angitola. È qui viene chiarito che i turisti arrivano sì per visitare il nostro splendido mare, ma dopo i primi giorni cercano delle esperienze differenti, che siano queste enogastronomiche o culturali, e le cercano soprattutto nell'entroterra per capire cosa offre la nostra Calabria oltre al mare.
Un occhio al turismo glocal
Riguardo alla promozione del turismo enogastronomico Benvenuto mi racconta che ci sono già strutture che prima dell'inizio della stagione chiedono se sia possibile effettuare dei tour organizzati all'interno della cantina e dei vigneti. Tour gratuiti e in alcuni casi a pagamento, ma solo quando c'è una richiesta di degustazione specifica. Questo risulta essere il primo canale di interazione con le strutture per la promozione di un turismo enogastronomico. Il secondo canale che viene ampiamente utilizzato è legato ad internet e ai social che in qualche modo con condivisione di post o con il passaparola degli stessi turisti, che contribuiscono alla pubblicizzazione non solo delle cantine ma anche del territorio così come la possibilità, già attiva per alcune realtà, di creare dei contratti e dei collegamenti diretti con alcuni tour operator.
Una storia di famiglia
Lo racconta con emozione Giovanni Benvenuto «papà è di Pizzo Calabro e da piccolo, come tanti ancora oggi, lasciò la Calabria e andò a Roma per poi stabilirsi in Abruzzo dove incontro mia madre e si sposò. Io sono nato a Tagliacozzo splendido paesino di montagna in provincia dell'Aquila e sono stato lì fino a 18 anni, ma nel frattempo da buoni calabresi tornavamo ogni anno, così come d'estate. Amo l'accoglienza che viene data a chi viene da fuori, il calore delle persone e tra le varie cose che mi hanno sempre accompagnato nel mio percorso da ragazzino ad adulto sono rimasti i profumi, i colori e soprattutto i sapori di questa splendida Terra”. Tra queste cose che Giovanni ricorda c’è sempre stato lo Zibibbo che il nonno coltivava. Nel corso del tempo Benvenuto ha poi maturato la convinzione di voler tornare in Calabria, così quando finì le scuole superiori fece un giro per le varie Università tra cui anche la Tuscia. Il giovane imprenditore aveva già chiaro cosa volesse fare. Tutto era collegato al mondo del vino. «Avevo fatto tecniche dì agraria, perché volevo continuare con la facoltà di Agraria, nel frattempo scoprì per mia fortuna che l'Università di Reggio Calabria, esattamente la facoltà di Agraria aveva aperto anche a Lamezia Terme e questo fu il tassello che fece coincidere tutto».
Tornato così in Calabria frequentò l'Università e cominciò a recuperare le terre di nonno che nel frattempo erano cadute in abbandono. «Zio non le coltivava più e quindi ho ricominciato l'attività di famiglia. La cosa che più mi interessava era quella di recuperare la tradizione dello Zibibbo che nel frattempo vedevo si stava perdendo in giro. L’amara sorpresa fu scoprire che purtroppo non potevo farlo in maniera del tutto semplice, perché per un cavillo burocratico la Regione Calabria non permetteva la vinificazione dello Zibibbo, nonostante fosse ed è una tradizione secolare. Così iniziai le mie battaglie, i miei incontri e le mie attività presso le associazioni e presso la Regione, dalla quale ad onor del vero risposero prontamente, percependo la necessità di sistemare questo famoso cavillo e dopo 11 anni potei fare il primo Zibibbo».
Ed è così che nasce a Francavilla Angitola il primo Zibibbo IGP, tant'è che intitolarono la strada che porta alla Cantina (nonostante sia una strada comunale un po' disastrata), via dello Zibibbo proprio in virtù del fatto che il primo Zibibbo è stato fatto lì. Ma Benvenuto ci lascia delle interessanti chicche che ci raccontano come il territorio abbia voglia di crescere.
Un traguardo internazionale
«Stiamo anche crescendo perché è nato il presidio Slow Food che tutela l'uva zibibbo, ma le due mete importanti che la cantina Benvenuto ha raggiunto sono state quella del 2020, dove il New York Times ci ha inserito tra i 10 migliori Bianchi d'Italia e sempre con lo zibibbo. L’altra nel 2023, questo anno dove la britannica Decanter ci ha inserito nella selezione dei 20 migliori vini bianchi d'Italia. Uno per regione e per la Calabria c'è il nostro Zibibbo”. Questa è la storia dello Zibibbo che appartiene l'imprenditore Giovanni Benvenuto e alla Cantina Benvenuto di Francavilla Angitola.
Il sogno del consorzio
Ma Giovanni prima di chiudere ci tiene a sottolineare che oltre ai riconoscimenti che fanno comunque immensamente piacere, bisogna continuare a lavorare per la valorizzazione del territorio. Questo ha di fatto permesso a tutti coloro che si sono battuti e si battono per la crescita del territorio stesso, di far nascere un'associazione di produttori nel Vibonese. Associazione Viticoltori Vibonesi che in sinergia con il GAL (Gruppo Azione Locale) sta lavorando per la nascita di una Doc che andrà a tutelare lo Zibibbo delle uve Bianche e il Magliocco Canino per le uve rosse. Questo a dimostrazione del fatto che c'è voglia di recuperare le origini e la cultura vitivinicola, con una nuova e rinata voglia di correre insieme. Un modo di vedere la cultura del vibonese come cardine di una storia comune che non porti a fare come nel passato in solitaria, ma che spinga a lavorare insieme per strutturare meglio il futuro enogastronomico e vitivinicolo della zona. Chissà che dopo la nascita di una Doc non nasca anche un consorzio, ciò a cui punta la Regione Calabria.