In attesa di capire come migliorare il proprio presente e se davvero ci sarà un futuro grazie al Cis siglato a settembre, la Biblioteca Civica di Cosenza questa mattina si è riappropriata di un piccolo, quanto importante, pezzo del proprio passato. Poco prima di mezzogiorno, nell'edificio di piazza XV marzo è avvenuta, infatti, la riconsegna di una pregiatissima parte del patrimonio librario cittadino. Si tratta di ventotto corali che risalgono al '500, realizzati all'epoca da frati domenicani e francescani. I volumi – dei mastodontici tomi con copertina in legno e pelle, al cui interno è possibile ammirare la trascrizione su tetragrammi (il pentagramma che conosciamo oggi faceva la sua prima apparizione proprio in quegli anni) di testi e note utilizzati dal coro nel corso delle liturgie – erano incolpevoli vittime del declino che la storica istituzione cosentina sta vivendo. Lo scorrere del tempo e i problemi logistici ed economici avevano reso difficile la loro corretta conservazione e impossibile la consultazione di quei corali, uno dei preziosi tesori della Civica che finora nessuno è stato in grado di tutelare e promuovere.

Una nuova vita dopo il restauro

Per restituire loro l'antico splendore è dovuto intervenire il Mibact che, grazie anche all'interessamento del sottosegretario ai Beni culturali Anna Laura Orrico, tramite la Direzione generale Biblioteche a fine 2019 ha finanziato con circa 50mila euro la realizzazione di un progetto di restauro approntato dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Calabria. A ridare nuova vita ai volumi cinquecenteschi ha provveduto una ditta calabrese, la “Scripta manent”, rappresentata questa mattina da Clementina Nucera. E il lavoro certosino dei restauratori ha permesso di riportare alla luce sugli antichi fogli alcune liriche che sembrerebbero tratte da canti popolari locali, aggiungendo ulteriore valore storico e originalità ai corali.

I pochi presenti – i residui dipendenti della Civica (con i loro diciotto stipendi arretrati ciascuno), la direttrice Antonella Gentile e il responsabile del laboratorio di restauro dell'Archivio di Stato di Cosenza, Franco Belmonte – non hanno potuto nascondere la loro ammirazione al cospetto di quelle pagine miniate con mezzo millennio di storia, uno spettacolo anche per chi bibliofilo o musicofilo non è. Non sfigurerebbero nel più blasonato dei musei, eppure erano andate in malora nel disinteresse quasi assoluto di politica e cittadini.
Per adesso i corali dovrebbero trovare posto in appositi armadi – si spera sigillati a dovere, visti i furti subiti dalla Civica negli ultimi decenni – in attesa di una collocazione più consona e di digitalizzazione, fondamentali per farli conoscere e renderli fruibili da tutti. Ma questa della valorizzazione del patrimonio della Biblioteca è un'altra storia, ancora da scrivere.

 

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