«La Cattedrale fu consacrata il 30 gennaio del 1222 da Federico II di Svevia - ricorda l'ex parlamentare - ma Comune e Regione non hanno colto appieno l'importanza di questo appuntamento»
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«Tra un anno il Duomo di Cosenza compirà 800 anni. Era il 30 gennaio 1222 quando la Cattedrale di Santa Maria Assunta, ricostruita sulle macerie di una chiesa più antica andata quasi completamente distrutta dal terremoto del 1184, fu consacrata alla presenza dell’imperatore Federico II di Svevia che, in quell’occasione, fece dono alla città della Stauroteca». A ricordare l'importante appuntamento è Giacomo Mancini, già parlamentare socialista e residente del centro storico del capoluogo bruzio.
«Celebrazioni necessarie»
«Su impulso della diocesi - ricorda - sono iniziati una serie di interventi di restauro e di miglioramento della Cattedrale come il pregevole impianto di illuminazione del tiburio. Sempre la diocesi sta predisponendo un calendario di iniziative di carattere culturale. Tutto positivo. L’impegno della diocesi è encomiabile. E, però, altrove in Italia e nel mondo, utilizzano questi tipi di celebrazioni, per dare lustro e notorietà alla propria città e conquistare flussi turistici, per attrarre investimenti, per bonificare o comunque migliorare interi quartieri, per creare nuove economie e nuove occasioni di sviluppo».
«Istituzioni si diano una mossa»
«In un mondo globalizzato - prosegue Mancini - si affermano le città e le comunità che meglio sanno farsi conoscere e visitare per i patrimoni di cui dispongono. Per quanto ne so, Comune di Cosenza e Regione Calabria non hanno colto appieno l’importanza della ricorrenza degli 800 anni del Duomo. In genere occorre muoversi con anni di anticipo. Purtuttavia siamo ancora in tempo per non perdere completamente l’occasione. La nostra storia è unica. Utililizziamola al meglio – conclude Mancini- per far accendere la luce su Cosenza. Per attrarre visitatori e capitali. Per creare lavoro e sviluppo. Per essere guida. Cosenza lo merita».