Si sono tenute a Palazzo San Bernardino di Corigliano Rossano le "Giornate Niliane", un importante appuntamento culturale che ha visto la partecipazione di studiosi, ecclesiastici e amministratori locali, riuniti per celebrare l'eredità spirituale e culturale di San Nilo e del monachesimo italogreco. 
L’evento, che ha messo in luce la profonda connessione tra Rossano e Grottaferrata, ha offerto un'occasione per riflettere sul legame tra passato e presente, puntando alla valorizzazione di un patrimonio millenario.
La cerimonia di apertura ha visto gli interventi delle autorità locali, tra cui Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano, che ha sottolineato l'importanza di custodire e promuovere l'eredità niliana come elemento centrale per lo sviluppo culturale e turistico del territorio. 
Monsignor Maurizio Aloise, arcivescovo di Rossano Cariati, ha posto l’accento sulla dimensione spirituale di san Nilo, fondatore dell'Abbazia di Grottaferrata, e sul suo ruolo come figura di raccordo tra Oriente e Occidente.  Tra gli altri protagonisti dell’evento, Giovanni Soda, consulente per la pianificazione della Città di Corigliano Rossano, ha illustrato i progetti per l'integrazione delle giornate niliane nel contesto delle politiche di sviluppo territoriale, evidenziando come la cultura possa diventare volano per la crescita economica.
A seguire, l'intervento dell'archeologo Tullio Masneri, che ha presentato il suo saggio Nilo all’Eterno del Tempo, un'opera che esplora il pensiero e la spiritualità del santo. Di particolare rilievo è stata la relazione di Monsignor Luigi Renzo, vescovo emerito di Mileto Nicotera Tropea, che ha tracciato un parallelo tra la figura di San Nilo e l'Achiropita, simbolo di fede e devozione per la comunità locale. Giuseppe Zangaro, esperto di sviluppo territoriale ed editore di Consenso Publishing, ha invece analizzato il contributo di Nilo nel contesto dell’impresa scrittoria, con un focus sull’attività monastica come centro di produzione culturale.  L'allocuzione di Nilo è stata introdotta da Gennaro Mercogliano, direttore dell’Università Popolare Rossanese, e ha rappresentato un momento di riflessione collettiva sulla necessità di preservare e tramandare il lascito del santo.  A chiudere l’evento, Monsignor Francesco Milito, vescovo emerito di Oppido Mamertina-Palmi, che ha annunciato il lancio di Eredità dei Millenni 2024, un progetto volto a consolidare la connessione tra la comunità locale e il ricco patrimonio culturale legato alla figura di San Nilo.

Pistoia: «Eventi come questi patrimonio spirituale della città»

Il vicesindaco Giovanni Pistoia ha rimarcato l'importanza di questi eventi non solo sotto il profilo storico, ma anche come occasione di riflessione sui valori spirituali e morali che caratterizzano la comunità locale.
«Queste giornate sono un incontro sul patrimonio spirituale della città», ha dichiarato Pistoia. «Spesso ci concentriamo sul patrimonio materiale, sui beni culturali visibili, ma esiste anche una storia spirituale e religiosa che si intreccia con le vite dei santi che hanno segnato questo territorio. Da questo incontro possono emergere messaggi attuali, come quelli della giustizia, della pace e della solidarietà, temi che risuonavano ai loro tempi e che sono di cruciale importanza anche oggi. Non stiamo parlando solo di un'analisi storico-scientifica; si tratta di eventi che parlano al presente e al futuro della nostra comunità».

 In merito alla promozione dell’eredità di San Nilo, il vicesindaco ha sottolineato la gravità della situazione attuale: «Viviamo un profondo degrado materiale e morale nel nostro territorio. Una buca rappresenta un degrado che può essere riparato con cemento e asfalto. Tuttavia, il degrado morale è qualcosa di più profondo, che tocca l'animo umano. È fondamentale che eventi come le Giornate Niliane si traducano in atti concreti per migliorare la qualità della vita della nostra città. Queste iniziative non devono rimanere confinate ai palazzi della politica, ma devono scendere per le strade, trasformando il degrado in una vita più dignitosa e civile per tutti noi». Pistoia ha messo in luce l’importanza delle relazioni accademiche per rilanciare queste manifestazioni: «Dal punto di vista storico-scientifico, è chiaro che le relazioni tecniche arricchiranno il patrimonio biografico e scientifico dei santi, offrendo spunti di studio anche in altri contesti. Tuttavia, ritengo che questi temi debbano avere una ricaduta diretta e tangibile sul territorio, contribuendo al suo sviluppo culturale e sociale».

Il legame parziale tra Rossano e Grottaferrata

Il professor Carmelo Pandolfi, ordinario di Filosofia medievale presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e consulente della Fondazione Angelini, ha analizzato il legame storico e spirituale tra Rossano e Grottaferrata, incentrato sulla figura di San Nilo. «I legami tra Rossano e Grottaferrata ruotano intorno alla figura di San Nilo, un santo che accomuna entrambi i territori. Tuttavia, bisogna sfatare alcuni miti: per secoli non c'è stato un vero legame diretto tra i due comuni, anche perché Grottaferrata è una realtà giovane, con soli 150 anni di storia. Piuttosto, il vero legame è nel patrimonio culturale italo-greco che San Nilo ha lasciato, un’eredità custodita nei codici niliani e negli scritti italo-greci che conserviamo nel Museo di Grottaferrata». Pandolfi ha inoltre sottolineato l'importanza della cultura italo-greca nel monachesimo cristiano: «Il monachesimo italo-greco rappresenta una cultura profondamente cristiana, dove l'immagine dell’uomo in Cristo è centrale. San Nilo incarna questa idea, un santo che non si è piegato al potere terreno, ma ha difeso fieramente la sua differenza, un po’ come Papa Francesco oggi. La vera immagine cristiana non è l'icona, ma l'uomo che riflette Cristo. Questo è il cuore della civiltà italo-greca».

Il professore ha poi discusso come questo legame possa essere valorizzato nel presente: «Nel 1955 Papa Pio XII ha emanato l'enciclica Orientale Lumen, segnando un momento cruciale per il legame tra Grottaferrata e Rossano. Oggi, grazie anche ai social media, abbiamo l’opportunità di intensificare questa connessione. Goethe diceva che ciò che ereditiamo dai padri, per farlo davvero nostro, dobbiamo riguadagnarlo. Questo vale anche per noi: dobbiamo educare i giovani al rispetto di queste tradizioni, non con imposizioni, ma attraverso il cuore». Infine, Pandolfi ha rivolto un appello alle autorità civili: «Non si tratta di un patrimonio da scaffale, ma di un’eredità viva che va trasmessa. Gli assessorati alla cultura e le amministrazioni locali devono collaborare per valorizzare questo tesoro, e sono fiducioso che siamo sulla strada giusta. Non abbiamo ancora la pasta pronta, ma stiamo cucinando».

Il Percorso Niliano Come Ponte tra Comunità e Cultura Italo-Greca

Durante le Giornate Niliane a Corigliano Rossano, Lorenzo Bongirolami, delegato del sindaco di Grottaferrata per il percorso niliano e direttore del gruppo archeologico latino Colli Albani Bruno Martellotta, ha esposto gli obiettivi e i progressi del percorso niliano, sottolineando il valore di questa iniziativa intercomunale.

 
«Gli obiettivi del percorso niliano sono di raccogliere l'eredità comune dei territori che San Nilo ha attraversato nel suo cammino da Rossano fino a Grottaferrata. Non si tratta solo di un percorso fisico, ma anche di uno spirituale: raccogliamo informazioni sui luoghi dove ha vissuto, praticato l’esichia, dove ha radunato confratelli. Tuttavia, lo sguardo deve essere più ampio: si tratta di valorizzare l'intero monachesimo italo-greco, un tema che abbraccia un’area vasta del Sud Italia». Bongirolami ha poi evidenziato il ruolo del comune di Grottaferrata, che dal 2004, in occasione del millenario dell’Abbazia, ha lavorato per consolidare questo legame. «Nel 2020, in qualità di delegato dei sindaci che si sono succeduti a Grottaferrata, ho lavorato per raccogliere i comuni che hanno visto il passaggio di San Nilo. Oggi abbiamo un protocollo d'intesa sottoscritto da 20 comuni, tra cui Corigliano Rossano, San Demetrio Corone, Lungro, e molti altri sparsi tra Basilicata, Cilento e Lazio. Questi comuni hanno firmato un documento, e Grottaferrata si è fatta carico di una progettualità concreta, validando uno studio di fattibilità».

La collaborazione tra i territori, secondo Bongirolami, è fondamentale per valorizzare le testimonianze locali. «Abbiamo visitato nuovamente i territori, parlato con la gente, cercando di far emergere il valore culturale e spirituale di queste aree. Lo studio di fattibilità ha evidenziato i punti di forza e le criticità, portando alla creazione di un progetto più ampio. Ora, il prossimo passo è creare un’associazione tra i comuni, una proposta che Grottaferrata ha già inviato agli altri enti». L'incontro tra le comunità civile e religiosa è stato definito un segnale di speranza per il futuro del progetto. «Mi fa piacere constatare, qui a Corigliano Rossano, il sostegno dell'amministrazione comunale e della comunità religiosa. È un incontro di speranza che guarda al futuro, e le istituzioni possono promuovere questo percorso attraverso una progettualità seria e condivisa».