Dove sta l’archivio dello scrittore Fortunato Seminara? Se lo chiedono in tanti, soprattutto a Maropati - paese del Reggino in cui ha sede la fondazione dedicata a questo che è uno dei punti di riferimento imprescindibili della letteratura contemporanea italiana - e cercare di trovare una risposta al quesito lascia l’amaro in bocca.

Tanto più nei giorni in cui ancora non è affatto spenta l’eco del recente convegno tenuto a Parigi sull’intellettuale socialista, vanto dell’intera Calabria per il suo contributo letterario nel Verismo italiano. «Da più di due anni l’archivio è riposto in degli scatoloni custoditi all’interno di un deposito comunale», ammette assai serafico l’assessore alla Cultura, Demetrio Romeo, intercettato nel municipio.

In effetti, la rivelazione conferma le voci che da tempo si rincorrono. Nell’ex scuola della frazione Tritanti, oggi diventata un deposito comunale chiuso con tanto di lucchetto, hanno pensato di posare un patrimonio di inestimabile valore nel momento in cui anche la casa natale dello scrittore è chiusa.

«Stiamo aspettando di portare tutto nella futura sede della Fondazione – prosegue l’assessore – ma non ci sono fondi per finire e aprire la struttura al centro di un nostro progetto di 600.000 euro». Niente sede, niente archivio, solo che la “casa” che il Comune vorrebbe assegnare alla Fondazione è tutt’altro che pronta. Si tratta di uno scheletro di muratura che sorge all’ingresso del paese.

«Sì – risponde l’assessore – fino a quando non c’è la sede l’archivio rimane dove è, perché noi parallelamente vogliamo riorganizzare la Fondazione». Insomma, tempi lunghi perché i fondi non ci sono e l’ente – di cui dovrebbero fare parte anche la Città metropolitana e la Regione – non avrebbe previsto soluzioni alternative intanto per mettere in mostra il materiale. Esempio come pochi di schizofrenia amministrativa che – mentre celebra lo scrittore con un mausoleo nel cimitero dove risposa - lo condanna alla polvere di un deposito comunale.