«Il sottosuolo di Catanzaro custodisce tuttora un patrimonio di carattere storico e archeologico di inestimabile valore e in gran parte inesplorato. Sono una riprova i reperti archeologici rinvenuti a Germaneto, nel corso degli scavi della Cittadella regionale, al Sansinato e, notizia più recente, anche durante gli scavi della nuova metropolitana a Santa Maria. Un autentico tesoro che appartiene al Capoluogo di regione e che merita di trovare un’opportuna collocazione nell’ambito della rete museale del territorio». Lo ha detto l’assessore alla Cultura Ivan Cardamone nell’evidenziare, a margine di un sopralluogo tenutosi nei depositi della Soprintendenza a Lamezia Terme, che l’amministrazione comunale ha avviato l’iter finalizzato al recupero di una serie di antichi manufatti rinvenuti, nel corso del tempo, nel territorio di Catanzaro e che fino ad ora non sono mai stati esposti in città.

Valorizzazione dei reperti

«A tal fine – fa sapere Cardamone - è stata avviata un’interlocuzione con la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio diretta da Mario Pagano, e con il Polo museale della Calabria guidato da Antonella Cucciniello. Grazie alla sinergia con la Provincia e la 4Culture, questi reperti potranno trovare spazio all’interno del Museo archeologico March di villa Margherita. La valorizzazione di questi ritrovamenti risalenti a diversi secoli fa è un obiettivo che ci siamo prefissi nell’ambito del potenziamento della rete e dell’intera offerta museale catanzarese». Secondo quanto riferisce l'amministrazione comunale di Catanzaro, anche la Soprintendenza ha espresso il vivo compiacimento per l’intento di esporre ulteriori reperti archeologici al March ribadendo la necessità che per movimentare i manufatti siano disponibili spazi adeguati e congrui e venga salvaguardata l’unitarietà dei contesti archeologici sulla base di un progetto scientifico di esposizione e allestimento.

Progetto espositivo 

In particolare «potranno trovare spazio nel museo i materiali rivenuti nello scavo di Germaneto e appartenenti ai contesti dell’edificio greco, della villa romana e della struttura di età preistorica». «È un’operazione di recupero molto importante - ha precisato Ivan Cardamone – e l’auspicio è che gli enti preposti, soprattutto per queste nuove scoperte nel quartiere Santa Maria, qualora ne venisse riconosciuto l’interesse archeologico, possano dare seguito al dialogo avviato con l’amministrazione comunale al fine di porre le basi di un progetto espositivo. Ciò consentirà al Capoluogo di ospitare in forma permanente i reperti archeologici rinvenuti nel proprio territorio così da arricchire in modo sostanziale la propria offerta culturale».