VIDEO |L’iniziativa si chiama Rinfresca lo stress e nasce in seno al progetto “Tessere di comunità” realizzato ogni anno: dal prossimo 1 luglio ospiterà le famiglie che hanno necessità di essere accompagnati nel percorso di crescita educativa dei figli
Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
Si chiama “Rinfresca lo stress” ed è un’iniziativa che nasce in seno al progetto “Tessere di comunità” che ormai da anni il Centro calabrese di solidarietà porta avanti per curare i legami all’interno delle famiglie attraverso il coinvolgimento di altre famiglie per rendere le comunità vive e responsabili del percorso di crescita educativa di tutti i ragazzi.
Il progetto è promosso dalla Diocesi di Catanzaro-Squillace e finanziato con i fondi Cei 8x1000 della Caritas Italiana. Dal prossimo 1 luglio, per tutti i mercoledì del mese, le famiglie con bambini da 0 a 17 anni, saranno accolte nel villaggio educativo all’aperto allestito nel locale "Il Kiosko" di località Giovino a Catanzaro, dalle ore 18 alle 20.
«Tessere di comunità si pone l’obiettivo – ha spiegato la presidente del Centro, Isa Mantelli – di tessere fili che incrociano le famiglie e che le aiutino a diventare sostegno per altre famiglie. Si tratta di un sistema educativo che diventa comunità perché abbiamo la responsabilità del futuro del mondo.»
Oltre all’equipe di specialisti nel campo dell’educazione sociale, sarà presente anche l’attore e regista Francesco Passafaro che coinvolgerà i più piccoli nella lettura interattiva di favole “C’era una volta”.
Presenti alla conferenza stampa anche il direttore amministrativo del Centro, Vittoria Scarpino; il responsabile dell’ufficio prevenzione, Claudio Falbo; la coordinatrice del progetto Cristina Marino e la referente della Caritas Diocesana, Antonella Prestia.
Gli atti vandalici e la voglia di continuare
Tentativi di furto e atti vandalici ai danni della sede di via Fontana vecchia del Centro calabrese di solidarietà, non hanno scoraggiato gli organizzatori che sperano di poter incontrare le famiglie dei ragazzi che si sono resi protagonisti di tali atti.
«Proprio quei fatti spiacevoli – ha detto la Mantelli – manifestano il bisogno di una comunità educante perché qualcosa sta mancando ai nostri ragazzi se si trasformano in branco appena usciti dall’isolamento. Quindi ancora di più dobbiamo stare accanto a loro. Ma soprattutto comprendere che i ragazzi non hanno bisogno di genitori-amici o di genitori che li giustificano, ma di educatori seri che sappiano, con loro, condividere anche il fallimento.»