Successo al Seminario vescovile di Lamezia Terme per l'evento dedicato a Rita Levi Montalcini nella rassegna organizzata dal direttore artistico Raffaele Gaetano
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Sold-out a Lamezia Terme per la prima del Sabato del Villaggio con la giornalista Carola Vai che ha aperto, nella raffinata cornice del cinquecentesco Seminario vescovile, la XV edizione della nota rassegna culturale. Un evento nel ricordo di una personalità assolutamente controcorrente come Rita Levi Montalcini, tra le donne più influenti dei nostri tempi, Premio Nobel per la Medicina.
Ma su quale crinale si sono mossi il direttore artistico Raffaele Gaetano e il suo prestigioso ospite? Secondo Carola Vai: «Nata in un periodo nel quale alle donne era consentito al massino di acquisire un’educazione superiore per diventare poi brave mogli e mamme, la Levi Montalcini pretese di andare all’università studiando Medicina. In questo senso ha contribuito a sdoganare l’universo femminile elevandolo – lei che era considerata la Principessa della Scienza – quasi a paradigma della ricerca».
Insomma, una donna di grandi passioni che la portarono a superare tutti gli ostacoli che incontrava sulla propria strada.
La vai ha poi chiosato: «Rita ha vissuto parte della sua vita professionale negli Stati Uniti dove ha avuto grandi riconoscimenti. Qui ha avuto la possibilità di esprimersi al meglio al di là delle logiche accademiche che in Italia rischiavano di frenarla. Peraltro il suo sogno era di fare ricerca in Italia. Insomma, un’antesignana della fuga dei cervelli, tanto attuale oggi».
Tra una domanda e l’altra la nota giornalista, che è autrice di una documentatissima monografia sull’argomento edita da Rubbettino, ha poi trattato la questione della popolarità della scienziata: «Rita riusciva a bucare il video pur nella sua gracilità fisica. Basta solo questo a spiegare perché una scienziata di 90 anni diventò tra i giovani, più famosa di Valentino Rossi».
Toccante infine il ricordo di una frase che esprime appieno lo spirito della Levi Montalcini: «Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente». Il pubblico, composto anche da giovani, ha molto apprezzato l’evento e non sono mancati applausi scroscianti per la brillante ospite.