Tanti gli aneddoti e le curiosità legate alla storica sala cinematografica, tra le prime nel Catanzarese. Un percorso tra ricordi e nostalgie reso possibile grazie al lavoro di Paolo Ferraina
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Sono usciti tutti, la sala è vuota. Non ci sono più pellicole, manifesti da appendere e file al botteghino. Eppure, nonostante siano passati circa quarant'anni dall'ultima proiezione sul grande schermo, di levarsi di torno la nostalgia non ne vuole proprio sapere. A Caraffa, e più precisamente in via Primo Maggio, la struttura del vecchio cinema "Aurora" fa a pugni con il tempo che passa. La polvere, il silenzio e il buio sono gli unici spettatori rimasti. Ma, nel cuore di molti, la sala cinematografica continua a proiettare una lunga pellicola di ricordi.
Grazie ad un reportage fotografico realizzato da Paolo Ferraina e condiviso sul web, la piccola comunità dell'entroterra calabrese ha tirato fuori aneddoti, curiosità e dettagli legati al cinema che per tanti anni ha rappresentato un punto di riferimento per gli abitanti di Caraffa e non solo. Tra i commenti rilasciati, c'è chi ricorda l'attesa per i film western, chi afferma di essersi innamorato delle commedie sentimentali e chi racconta di aver venduto bevande e liquirizie durante gli spettacoli.
Il cinema "Aurora", una delle prime sale della provincia di Catanzaro, nasce nel 1951 grazie all'intraprendenza dell'insegnante Battista Donato. La sua avveniristica iniziativa consente al paese di agganciarsi al futuro, aiuta a capire che dentro il perimetro di uno schermo la vita può farsi raccontare e che oltre i vicoli e le piazze di cui è fatto un borgo c'è un mondo in continuo movimento. L'opera di Donato è una finestra che si apre su una realtà dapprima in bianco e nero e poi a colori. Un ritrovo sociale e culturale che rafforza l'idea di comunità e dà modo ad ogni caraffoto di sentirsi parte di qualcosa che va al di là della somma dei destini individuali.
Gli scatti realizzati recentemente all'interno del vecchio cinema sono riusciti a dissotterrare i ricordi e a far parlare la memoria. In tanti hanno ricordato che le persone meno abbienti, impossibilitate a pagare il biglietto, potevano entrare dando in cambio uova, asparagi, funghi o altri prodotti della terra. Un vero e proprio baratto per garantire a ciascuno il diritto ad un posto con vista sulle emozioni racchiuse nei film.
La storia del cinema "Aurora", come quella di tante altre realtà cinematografiche di provincia, ha da tempo fatto scorrere i suoi titoli di coda. Tuttavia bastano poche foto e qualche commento per avvertire da parte degli abitanti più adulti una sconfinata gratitudine per ciò che è stato, per la felicità afferrata in mezzo alle pareti di un cinema che ha insegnato anche a sognare.