Per secoli abbiamo associato il rutilismo, il capello rosso, all’anomalia, alla energia incontrollata. E molti, ancora oggi, sono convinti che i rossi, quel tocco di insolito lo nascondano sempre. A maggior ragione quando si palesano, visibilissimi e rari, alle latitudini più meridionali. Questo è il nostro caso. Ed applicando la vulgata all’infaticabile Maria Grazia Teramo, presidente dell’associazione Laboart, attrice ed organizzatrice di eventi, rassegne, laboratori, mostre e spettacoli, rossa celtica in una latitudine africana, ci accorgiamo che nella saggezza popolare un pizzico di verità c’è sempre. In questo caso, la traccia evidente del suo essere in direzione ostinata e contraria la troviamo nel caparbio perseguire la volontà di vivere di teatro e di cultura nel vibonese sin da ragazzina, ad ogni costo. E di riuscirci, superando difficoltà che avrebbero scoraggiato altre tempre. La sua associazione, da dieci anni protagonista della scena teatrale tropeana e vibonese, è il frutto della caparbietà tipica di quella rara razza di calabresi rossi di capelli, chiarissimi di pelle, diafani nell’aspetto - lei, per inciso, lo è anche nei modi -, che ad oggi costituiscono la traccia genetica vivente della dominazione normanna, e che da mille anni appaiono – raramente, ciclicamente ma inesorabilmente - nei paesi, nei borghi, nelle città costiere di Calabria e Sicilia.


Vivere di teatro

Oggi, seguendo una vocazione che in terre simili è più una chiamata alle armi che una semplice attività, Maria Grazia Teramo vive di teatro. «I miei si erano trasferiti in Emilia, ma io volevo fare teatro: e rimasi da sola in Calabria, per frequentare l’Accademia d'arte drammatica della Calabria, la scuola di teatro di Palmi, (oggi soppressa, a causa del taglio dei fondi regionali, ndr), dove ero entrata spinta dalla motivazione di un incontro casuale, sul treno, con la persona che considero ad oggi la mia musa ispiratrice – racconta a tale proposito -. Sono voluta rimanere sempre nella mia terra, nonostante tutto. Perché fare tetro qui, è la misura della vita, lo è sempre stato, e niente può prescinderne - dirà a tale proposito».


Laboart, la nascita di un utopia

E proprio in Calabria, nel vibonese, la Teramo da anni è tra gli animatori dell’associazione Laboart, nata nel 2010 con lo scopo di «lavorare nell’ambito della promozione sociale e culturale, nel territorio tropeano e vibonese, e di usare l’arte come mezzo di integrazione, crescita e sviluppo, rendendo partecipe persone di tutte le età e di ogni estrazione sociale». Arte, inclusione, sensibilizzazione e soprattutto teatro. Oggi, fiore all’occhiello è senza dubbio la stagione di prosa organizzata nell’anfiteatro del Porto di Tropea, Teatro d’Amare, quest’anno alla sua V edizione. Nomi pesanti, premi Ubu, un cartellone di rilevanza nazionale che risponde alle esigenze di aprire lo sguardo un po' stantio della scena coreutica regionale al contemporaneo. La sintesi insomma del percorso artistico e coreutico affrontato in questi 10 anni di attività dalla sua associazione, nata, sopravvissuta, e cresciuta anno dopo anno anche grazie al supporto dei suoi bracci destri: il vice presidente Francesco Carchidi ed il segretario Angelo Euticchio.

 

Il percorso artistico

Impossibile elencare tutte le mostre di pittura e fotografia, laboratori di scrittura, presentazioni editoriali, ed ovviamente i corsi: teatro, canto, chitarra, pianoforte, pittura, fotografia, ma anche tango argentino e danza-terapia che dal 2010 ad oggi hanno contraddistinto le linee di indirizzo dell’associazione è impossibile. Moltissimi i collaboratori, moltissimi i partner, e su tutti, il forte, identitario rapporto con le scuole. Centinaia di iniziative, spettacoli, concerti, laboratori, stagioni, collaborazioni, mostre, cartelloni messi in piedi grazie ad una attività costante e certosina, che oggi vede il suo fulcro nel laboratorio permanente attivato nella sede dell’associazione a Santa Domenica di Ricadi. Dalle rappresentazioni per bambini agli spettacoli natalizi, dai lab specifici per i campus sulla legalità”, alle collaborazioni più ampie. Ricordiamo l’istituzione della borsa di studio “Vissi d'arte, vissi d'amore”, in memoria dell’attrice Manuela Pugliese (1973-2010), che consente al vincitore di frequentare gratuitamente il corso di teatro per un anno, assegnata tra gli altri anche allo stesso Angelo Euticchio nel 2017 diverrà segretario e tesoriere dell'associazione. Tra le performance teatrali, la maggior parte delle quali curate proprio dalla Teramo, si va da “In memoria di Borsellino” a “I ciechi” di Maeterlinck, da “Circuiti Interrotti” a “Il ritratto di Martha”. Nel 2015, la performance teatrale: “X-Migranti”, in collaborazione con i ragazzi del centro accoglienza “Costa Bella” di Briatico (VV). Lo stesso anno vede la nascita di “Polvere e Parole”, primo club di lettura.

 

Le scuole

Da ricordare il progetto “Shakespeare nelle scuole”, la prima edizione della rassegna teatrale “Teatro d'aMare”, (2015 Torre Marrana, Brivadi, oggi Porto di Tropea, anfiteatro); la rassegna “Zona di Contagio”, (Tropea); “Liberi Versi”, performance teatrale per i detenuti del carcere di Vibo Valentia, che nel 2017 anticipa il matinée per le scuole superiori di Tropea e la vittoria del Premio “Onde Mediterranee”. Nel 2018, consolidato il LaboArt Cafè, aperto a Santa Domenica, laboratorio permanente nonché sede associativa, le mostre nello spazio “La notte delle fiabe” e “I giardini di Laura” a cura di Laura Cortose, a Tropea.

 

Il teatro combatte le paure

Entrati ormai nella stagione estiva, c’è attesa, in questi giorni per due appuntamenti tra i più consolidati. L’11 giugno, ore 21, l’anfiteatro del Porto di Tropea ospiterà l’evento di fine anno del laboratorio teatrale, esito scenico dal titolo “O combatti o fuggi”, che impegnerà sul palco i 26 attori, dai 12 ai 50 anni, che da ottobre scorso hanno frequentato i corsi per giovani ed adulti. Luglio entra nel vivo la rassegna Teatro d’aMare: il 21, nella stessa arena, la V edizione prende il via con lo spettacolo della compagnia palermitana Vucciria Teatro, dal titolo “Io mai niente con nessuno avevo fatto” (Roma Fringe Festival, premio migliore spettacolo, migliore drammaturgia, miglior attore 2013; San Diego International Fringe Festival 2014). Il 24 Luglio, segue lo spettacolo Esilio, della Piccola Compagnia Dammacco (premio UBU migliore attrice Under 351 2017, Selezione IN-BOX2 2017). Il 28, è la volta di “In Fondo Agli Occhi”, di Berardi/Casolari (premio UBU migliore attore 2018). Il 31 luglio, chiude la rassegna l’umbra “Società Dello Spettacolo”, che porta in scena Gianni (premio Scenario per Ustica 2015, Premio In-Box5 Blu 2016).  «Nel corso degli anni, la manifestazione ha preso forma usando come leit-motiv la presentazione di spettacoli freschi, al passo coi tempi, che raccontassero i vizi e le virtù dell'era contemporanea – ha dichiarato la Teramo a tale proposito -. Se le prime quattro edizioni hanno privilegiato le compagnie calabresi, i loro linguaggi legati alle difficoltà del territorio dolceamaro, oggi si è imposta la necessità di integrare questa visione del teatro con esempi di più ampio respiro. Pertanto – ha proseguito – in questa quinta edizione è quindi maturata la scelta di coinvolgere compagnie riconosciute a livello internazionale, per conferire maggiore risonanza al nostro festival. In tal senso - ha concluso - Tropea è il posto giusto per rilanciare l’evento:arroccata su una maestosa rupe è da secoli un teatro a cielo aperto, ricco di colori, di voci di dentro e di folklore che attirano esploratori provenienti da ogni dove».