VIDEO | La kermesse ha conquistato la scena nazionale mettendo al centro storia, cultura ed enogastronomia: presenti 300 delegati da 20 regioni. Soddisfatti gli organizzatori e i sindaci dei centri interessati
Tutti gli articoli di Cultura
Oriolo e Rocca Imperiale hanno recentemente ospitato il Festival Nazionale dei Borghi più belli d’Italia, un evento che ha messo in luce il ricco patrimonio culturale e le tradizioni locali di queste storiche località calabresi. Rappresentanti istituzionali e delegazioni da tutte le regioni italiane hanno partecipato a una celebrazione che ha saputo coniugare storia, cultura ed enogastronomia, dimostrando come la Calabria possa attrarre turismo di qualità e valorizzare al meglio le sue eccellenze.
Tutte le regioni d’Italia rappresentate, 365 i comuni più belli in Italia, in Calabria sono 16. Andrea Ponzo, coordinatore regionale dei Borghi più belli d'Italia in Calabria, ha spiegato l'importanza strategica di questa decisione: «L'idea era quella di valorizzare e promuovere non solo i borghi, ma tutto il territorio calabrese, che vive soprattutto di turismo, con un focus particolare sull'enogastronomia e le eccellenze che meritano di essere promosse».
La scelta di Oriolo e Rocca Imperiale, come evidenziato da Ponzo, è stata mirata e volta a creare una sinergia tra i borghi selezionati. L'organizzazione di un evento di tale portata ha comportato sfide significative, soprattutto dal punto di vista burocratico e logistico. «È stato molto impegnativo, sia sotto l'aspetto burocratico che organizzativo, anche perché questo festival ha visto una partecipazione superiore rispetto agli eventi precedenti - ha affermato Ponzo -. Abbiamo avuto una risposta straordinaria da tutta Italia e un'ampia presenza regionale. Nonostante le difficoltà, siamo riusciti a organizzare un festival nazionale di alto livello, che ha promosso con successo le nostre eccellenze e ha fatto conoscere il nostro territorio in tutta Italia».
Il successo del festival, tuttavia, non si è misurato solo in termini di partecipazione, ma anche attraverso l'apprezzamento dei prodotti tipici locali. «I nostri prodotti sono stati apprezzati ovunque. Ogni borgo ha le sue eccellenze e i suoi prodotti tipici, che stanno riscuotendo un grande successo. I visitatori, provenienti da tutta Italia, hanno avuto modo di conoscere e apprezzare i nostri borghi, soprattutto quelli calabresi, anche grazie alla promozione sui social media e alla copertura giornalistica dell'evento».
Il festival ha messo in luce l'importanza di fare rete tra i borghi, unendo forze e risorse per promuovere le bellezze storiche, culturali e gastronomiche della Calabria su scala nazionale. Oriolo e Rocca Imperiale si sono confermati punti di riferimento in questa iniziativa, dimostrando come la Calabria sia una regione capace di attrarre turismo di qualità, valorizzando al meglio le sue tradizioni e il suo patrimonio unico. Presenti 300 delegati provenienti da 20 regioni. Il Castello Svevo Federiciano di Rocca Imperiale ha ospitato un'esposizione dedicata ai Borghi più Belli d’Italia. Tra saluti istituzionali e messaggi di pace, la giornata ha visto anche spettacoli, stand enogastronomici, incontri culturali.
Rocca Imperiale, porta d'ingresso della Calabria, al centro del festival nazionale
Il Festival dei Borghi più Belli d'Italia ha rappresentato una significativa opportunità per Rocca Imperiale e Oriolo, confermandone il ruolo di "porta d'ingresso della Calabria". Il sindaco di Rocca Imperiale Giuseppe Ranù ha espresso grande soddisfazione per il successo dell'evento, sottolineando l'importanza della risposta organizzativa: «È stata una grande risposta e soprattutto abbiamo dimostrato capacità organizzative notevoli, un aspetto fondamentale visto che l'intera Italia ci osserva».
Uno degli aspetti più rilevanti del festival è stato il modo in cui Rocca Imperiale ha saputo integrare le sue antiche tradizioni con un evento di tale portata. Ranù ha spiegato: «All'interno del nostro castello, uniamo identità, storia, cultura, e raccontiamo le nostre molteplici storie: quella di Federico II, quella medievale e quella del borgo. Solo pochi mesi fa abbiamo restituito questo stupendo castello alla comunità, dopo un anno di intensi lavori che hanno reso accessibili i cunicoli precedentemente inaccessibili. In due mesi abbiamo accolto oltre 5000 visitatori, attratti dagli angoli più caratteristici e proibitivi del maniero e del borgo».
Il successo del festival è stato alimentato anche dal coinvolgimento delle risorse locali, un elemento chiave secondo il sindaco: «Il coinvolgimento delle attività locali è partito da lontano, grazie alla collaborazione con l'Associazione Nazionale dei Borghi e l'amministrazione di Rocca Imperiale e Oriolo. Abbiamo costruito un modello organizzativo efficace, coinvolgendo in anticipo tutte le attività locali, dalla ristorazione agli alloggi, per garantire una risposta adeguata alle esigenze dei visitatori».
Quanto all'impatto del festival e alla partecipazione, Ranù ha dichiarato: «Non abbiamo ancora dati precisi sui visitatori, ma possiamo dire che circa 400 delegati hanno occupato il Metapontino e l'Alto Ionio Cosentino, portando con sé altre persone. L'impatto qui a Rocca è stato significativo: questo è uno dei più grandi castelli del Mezzogiorno, il più grande della Calabria, un luogo unico, accessibile, visitabile, e ricco di storia». Il festival ha così rappresentato un'importante occasione per valorizzare le bellezze di Rocca Imperiale, le sue tradizioni e le risorse locali, consolidando ulteriormente il ruolo del borgo come punto di riferimento culturale e turistico della regione. L’evento si è rivelato utile a rafforzare le partnership tra enti locali, mondo dell’associazionismo e produttivo.
Oriolo in luce: il Festival che rinnova il futuro del borgo
Simona Colotta, sindaco di Oriolo, ha descritto con entusiasmo l'intenso impegno dedicato alla preparazione del recente festival che ha messo in risalto il piccolo borgo calabrese. «Abbiamo fatto una scommessa con noi stessi», ha dichiarato Colotta, spiegando come Oriolo e Rocca Imperiale abbiano accettato la sfida di ospitare un evento di tale portata, nonostante la loro scarsa esperienza in eventi simili. «Ci siamo preparati per due anni, lavorando al meglio con un team dedicato, per offrire al nostro territorio una visibilità sia a livello nazionale che internazionale».
L'evento ha attirato delegazioni da tutte le 20 regioni italiane, oltre a giornalisti, influencer e rappresentanti istituzionali di San Marino, conferendo a Oriolo una visibilità senza precedenti. «Era cruciale che un'area così bella e ancora poco valorizzata dal punto di vista turistico avesse una vetrina di tale importanza», ha sottolineato il sindaco. Oriolo, noto per la sua costa con la più alta concentrazione di Bandiere Blu in Calabria e per i suoi borghi storici, ha finalmente ottenuto l'attenzione che merita.
Colotta ha anche evidenziato come il festival abbia contribuito alla creazione di nuove partnership e al rafforzamento di quelle esistenti, arricchendo il territorio sotto molti aspetti. «L'evento ha rappresentato un'importante opportunità di scambio e di sviluppo, migliorando l'offerta e le relazioni locali», ha spiegato il sindaco. La questione dello spopolamento resta una sfida significativa per Oriolo, come per molti altri borghi italiani. Colotta ha sottolineato l'importanza di iniziative come il festival per contrastare questo fenomeno: «Eventi come questo sono fondamentali per affrontare la desertificazione e lo spopolamento, puntando sulla bellezza del territorio come leva di sviluppo».
Nonostante le difficoltà, Oriolo ha fatto passi avanti significativi grazie a progetti come i centri Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione) e altre iniziative di sviluppo locale. «Abbiamo implementato strategie per frenare lo spopolamento, accogliendo famiglie di richiedenti asilo e avviando vari progetti. Ma c'è ancora molto da fare», ha concluso Colotta. Il festival non è stato solo un momento di celebrazione, ma un'importante opportunità per Oriolo di guardare al futuro con nuove prospettive di crescita e sviluppo, rafforzando il senso di comunità e l'attrattività del territorio.