Taglio del nastro ad Altomonte per la mostra Calabria Angioina - Novità gotiche e tradizione bizantina al tramonto del Medioevo, in esposizione nel complesso di Santa Maria della Consolazione, tra la chiesa gotica e l’attiguo museo civico, con oltre 40 opere tra oreficerie, sculture, affreschi, tavole dipinte, documenti, organizzate in cinque sezioni tematiche. Ideato e curato da Stefania Paone, docente di storia dell’arte medievale nel dipartimento di studi umanistici dell’Unical, il percorso si snoda tra la seconda metà del milleduecento e la fine del trecento, svelando il ricco patrimonio di preziosi reperti presenti sul territorio, risalenti ad un periodo assai significativo per la regione. Un patrimonio articolato intorno a due poli, uno latino e gotico orientato alle novità importate dalla Francia attraverso la mediazione di Napoli, capitale del nuovo Regno degli Angiò; l’altro greco e bizantino testimonianza della lunga permanenza in Calabria dei fasti di quella cultura.

La casata dei Sangineto

«È la prima grande mostra dedicata al basso Medioevo in Calabria, con opere provenienti da tutto il territorio e che sono riferite ad un periodo cronologico compreso tra il 1266 ed il 1382» ha spiegato Stefania Paone a margine della conferenza stampa di presentazione del progetto introdotta dal sindaco Gianpietro Coppola, alla quale sono tra gli altri intervenuti il vescovo di San Marco-Scalea monsignor Stefano Rega, il direttore del museo civico di Altomonte Domenico Bloise, la direttrice del segretariato regionale del Ministero della Cultura Maria Mallemace, il direttore del Parco Archeologico di Sibari Filippo Demma. «Un importante contributo è stato offerto dal museo statale di Mileto, altre opere provengono da Tropea, Gerace, San Marco Argentano. Poi vorrei sottolineare la valorizzazione di una statua raffigurante una Madonna in pietra appena scoperta nella chiesa di Francica, che dunque viene mostrata al pubblico per la prima volta». La chiesa di Santa Maria della Consolazione di Altomonte, è uno degli edifici più significativi del Gotico meridionale, commissionata dal conte Filippo Sangineto, Siniscalco di Provenza e uomo di fiducia del re Roberto d’Angiò. Indossando visori per la realtà virtuale i visitatori potranno esplorare la ricostruzione 3D della chiesa, creata da 3DResearch, spin-off dell’Università della Calabria, per scoprire la storia del feudo e l’aspetto originale che l’edificio aveva al tempo degli Angioini. «La particolarità – ha detto Fabio Bruno, presidente di 3DResearch - è la voce narrante: è quella di Ilaria Sangineto, appartenente proprio alla casata che contribuì in maniera determinante alla costruzione dell’edificio di culto. Come sempre – ha aggiunto – la tecnologia in questi ambiti è al servizio della cultura. Abbiamo collaborato con gli storici dell’arte per ideare dei contenuti multimediali utili a trasmettere ai visitatori l’importanza della presenza degli angioini in Calabria».

L'assenza di Vittorio Sgarbi

La mostra è arricchita con pannelli didattici e proiezioni multimediali. Sarà visitabile fino al 30 gennaio 2024 tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Per i gruppi è necessaria la prenotazione. È stata realizzata attingendo ad un finanziamento della Regione Calabria nell’ambito dei PAC 2014/2020, con il supporto e il patrocinio del Ministero della Cultura, in collaborazione con i suoi organi periferici, il Segretariato Regionale, la Direzione Regionale Musei e le Soprintendenze. L’iniziativa inoltre, è stata sostenuta da Fondazione Carical e BCC Mediocrati. Alla conferenza stampa era atteso l’intervento del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, che però solo nel pomeriggio ha raggiunto la Calabria, dove però era impegnato in un altro appuntamento a San Demetrio Corone. Il sindaco Gianpietro Coppola è ugualmente riuscito ad avere una interlocuzione con l’esponente di Governo al quale ha chiesto un impegno per elevare il museo civico di Altomonte a museo nazionale: «Entreremmo così in un circuito nazionale con la stabile presenza del Ministero. Il Comune è pronto ad offrire le strutture che il museo già ospita ed anche ad ampliare i propri spazi. Intanto nei prossimi giorni stipuleremo un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Interno e la Soprintendenza, per la valorizzazione degli immobili di proprietà del Fec, il Fondo Edifici di Culto gestito dal Viminale. In questo segmento in Italia sono stati investiti negli ultimi anni circa 600 milioni di euro. In Calabria neppure un centesimo. Abbiamo l’ambizione di intraprendere questa nuova azione sperando possa rivelarsi una best practice da estendere ad altri centri del territorio».