Matteo Grandi, giornalista e autore televisivo, dopo aver dato alle stampe per Rizzoli il suo «Far Web. Odio, bufale, bullismo. Il lato oscuro dei social», è tra le voci più ascoltate sui rischi impliciti nel dilagare dei nuovi media. Le iniziative, gli eventi pubblici, le prese di posizione a favore delle personalità italiane più colpite da campagne di odio e disinformazione, lo hanno visto negli ultimi anni vicino a Laura Boldrini, Selvaggia Lucarelli, Fedez e Chiara Ferragni.

 

La fake ed il pregiudizio

Matteo, uomo concreto e di assoluto pragmatismo, è intervenuto sui rischi derivanti dalla diffusione incontrollata di fake news in un momento di emergenza sanitaria mai vissuta prima. «Gestire in modo sereno la mole di informazioni che arriva dai canali social è complicato: un flusso ininterrotto dove il lato emotivo prevale sulla veridicità, e l’humus per le fake news è fertilissimo – ha dichiarato -. Ad iniziare da quelle che vivono sul pregiudizio, che lo alimentano, e che sono le più difficili da estirpare» (in foto, il giornalista in compagnia del rapper Fedez).

 

Debolezza, terreno fertile

«Non bisogna dimenticare che ogni falsa notizia si nutre di una nostra debolezza. E quando si appoggia sui nostri pregiudizi, e ne sfrutta tanto il radicamento in noi, quanto il branco che si crea laddove il pregiudizio è condiviso, oltrepassa la barriera della razionalità e della consapevolezza e diventa fortissima, la più dura da contrastare».

 

Le più pericolose

«Egualmente pericolose quelle che fanno leva sui nostri desideri, le nostre aspettative, le nostre debolezze, le paure più profonde – prosegue il giornalista -. Prendiamo ad esempio il diktat che impone di stare a casa: se io ad esempio lo  soffro terribilmente, il malessere mi porterà a pensare che il domicilio forzato possa essere  anche una  misura sbagliata: ed il primo che dice sui social che lo stare a casa è inefficace troverà certamente il mio appoggio».

 

Un conforto ingannevole

«Peggio ancora, le fake che fanno breccia sulla paura. Quando cioè sono così spaventato da quanto sta accadendo da cercare conforto nelle notizie più inverosimili, tanto da essere disposto a credere che una corona d’aglio alla finestra, limone e bicarbonato, vitamina C o acqua calda possano farmi scampare al contagio», sottolinea Grandi.

 

Un’ondata di disinformazione

«Salvarsi da questa ondata di disinformazione, da una comunicazione incontrollata, falsa e così basata sull'emotività non è semplice. Tuttavia possiamo seguire un paio di consigli. Il primo, riguarda Whatsapp. Oggi gran parte delle fake news viaggiano su questo social – ammette l’esperto - che entra direttamente nella nostra sfera privata senza alcun controllo esterno. I social come Twitter, Facebook o Instagram sono in parte delle  piattaforme controllate: tanto che rilanciare una  fake news su questi questi canali può trasformarsi in un boomerang. Si può essere sbugiardati in un attimo. WhatsApp no: e difatti ultimamente la maggior parte delle bufale viaggia proprio su questo social».

 

Whatsapp, la più rischiosa

«Il mio consiglio, in buona sostanza, è di non prendere in considerazione nessuna comunicazione che ci viene condivisa su questa piattaforma, le cui chat sono un veicolo potentissimo di fake news – prosegue Grandi, che conclude-: altro consiglio, ricorrete sì ai social, ma per informarvi, per dotarvi di strumenti di analisi, visitate canali autorevoli. Il primo che consiglio è https://www.open.online/c/fact-checking/ curato da David Puente, responsabile del progetto Fact-checking di Open.online, progetto giornalistico indipendente che monitora le notizie false o fuorvianti diffuse in Italia e all’estero. E in materia di sanità, leggere con grande attenzione quanto viene proposto dal sito Medical fact, di Roberto Burioni (https://www.medicalfacts.it)».