La notizia che potrebbe rivoluzionare il panorama archeologico internazionale e riportare sotto i riflettori i celebri Bronzi di Riace proviene dal Wadsworth Atheneum Museum of Art in Connecticut, negli Usa. A svelarlo in esclusiva ai nostri microfoni è il professor Daniele Castrizio, eminente studioso e docente di Numismatica Greca e Romana all'Università di Messina. La scoperta, che potrebbe trasformare profondamente la conoscenza di questi capolavori dell’antichità, riguarda una copia antica del Bronzo A, rinvenuta nel Tevere nel 1916 e in seguito acquisita dal magnate americano JP Morgan, il quale la donò al museo americano.

«Abbiamo finalmente una copia integrale del Bronzo A - ci racconta Castrizio - e la cosa che colpisce di più è che è rappresentato con l’elmo. Questa statuetta di 30 centimetri potrebbe fornirci informazioni cruciali non solo sull'iconografia del guerriero, ma anche sul contesto in cui venne realizzata». La scoperta riporta l'attenzione non solo sulle tecniche artistiche, ma anche sulla circolazione delle opere d’arte nel mondo antico.

Un lungo viaggio dal Mediterraneo agli Stati Uniti

La statuetta, che raffigura uno dei due famosi guerrieri scoperti nel 1972 al largo delle coste di Riace, era rimasta inosservata per decenni nel museo americano, fino a quando Castrizio, approfondendo ricerche su possibili riproduzioni antiche dei Bronzi, non è riuscito a rintracciarla. «Quando ho scoperto che questa copia era stata ritrovata nel Tevere e che oggi si trova in Connecticut, ho compreso l’importanza storica di questo ritrovamento», spiega Castrizio.

Secondo il professore, questa copia confermerebbe una delle sue teorie più discusse: «I Bronzi furono realizzati ad Argos, come suggeriscono le tecniche di fusione, e in seguito vennero trasferiti a Roma, probabilmente per ornare importanti edifici pubblici o privati». Il passaggio da Roma a Costantinopoli e il successivo naufragio nei pressi di Riace rimane una delle ipotesi più accreditate per spiegare come queste statue siano giunte in Calabria.

Le polemiche sull'origine dei Bronzi: Siracusa contro Reggio Calabria

Parallelamente a questa importante scoperta, non si placano le polemiche intorno all’origine dei Bronzi di Riace. Recentemente, alcuni studiosi siciliani hanno rilanciato l’ipotesi che le statue siano originarie di Siracusa e non di Argos, come invece sostengono Castrizio e altri esperti. La teoria siracusana ha alimentato dibattiti accesi, ma Castrizio, forte delle sue ricerche, è sicuro delle proprie conclusioni: «Non vi è alcun dubbio che i Bronzi siano stati creati ad Argos. Abbiamo prove archeologiche e letterarie che lo confermano. L’ipotesi siciliana, pur interessante, non trova riscontri concreti».

Le polemiche, tuttavia, non sembrano danneggiare la visibilità dei Bronzi; anzi, come sottolinea lo stesso Castrizio «Ogni volta che si parla dei Bronzi di Riace, si riaccende l’interesse. Che sia per una scoperta o per una controversia, l’importante è che l'attenzione su queste statue rimanga alta, perché sono il simbolo della nostra identità culturale».

Il valore della scoperta e il futuro della ricerca

La statuetta ritrovata al Wadsworth Atheneum Museum aggiunge un nuovo tassello al puzzle dei Bronzi di Riace: collegarla ad essi rappresenta una scoperta di grande valore anche dal punto di vista artistico e tecnico, dal momento che, questa copia, come spiega il professore Castrizio «non è una semplice riproduzione, ma un'opera che ci fornisce dettagli preziosi sulla tecnica di fusione e sulla raffigurazione del guerriero con l’elmo, un aspetto su cui gli studiosi hanno sempre dibattuto».

Questa scoperta, quindi, «è solo l’inizio di una nuova fase di ricerche». Il professore ha annunciato che il team di studiosi con cui collabora continuerà a indagare sui legami tra Roma e Argos e sul possibile destino degli altri tre guerrieri del gruppo statuario originario, di cui finora si sono ritrovati solo il Bronzo A e B.

«La storia dei Bronzi di Riace è ancora lontana dall'essere completamente compresa, ma ogni scoperta ci avvicina sempre di più alla verità. Questa copia ci offre uno sguardo su un mondo antico che, grazie a questi capolavori, possiamo continuare a esplorare».

La Calabria può ancora una volta rivendicare l’importanza dei suoi tesori culturali, come i Bronzi di Riace, che non solo sono opere d’arte di inestimabile valore, ma rappresentano un legame indissolubile tra il Mediterraneo antico e il presente.