Nella splendida cornice del giardino di Palazzo del Trono, a Cetraro paese, si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro di Luigi De Magistris, ex magistrato ed ex sindaco di Napoli, che ha offerto una disamina ragionata dell’attività amministrativa condotta ai piedi del Vesuvio. Una sorta di autobiografia sull’esperienza di primo cittadino, culminante nella valorizzazione della volontà popolare quale unico assunto da cui partire per poter governare al meglio.

Non sono mancati aneddoti ironici e spunti polemici, questi ultimi rivolti soprattutto a quanti – dal punto di vista istituzionale – ignorano, osteggiano, e a volte sovvertono, le istanze del territorio, con il mezzogiorno quasi sempre condizionato negativamente dalle scelte operate a livello governativo.

«Il popolo deve riprendersi il ruolo che gli è garantito dalla costituzione – ha detto De Magistris – impegnandosi attivamente in politica e scegliendo con criterio i propri rappresentanti. Solo in questo modo sarà possibile delegare, a persone capaci, l’amministrazione della vita comune, che altrimenti rischia di essere condizionata dalle scelte di chi lavora con altri scopi. Napoli, come la Calabria, sono nel mio cuore, e sono certo che con i giusti correttivi sapranno riemergere dal cono d’ombra dove, qualcuno, intende relegarle».

Tanti gli aneddoti proposti, tra i quali il più divertente è stato senz’altro quello che lo ha riguardato in quanto «sindaco che si tiene la maestra», espressione adoperata allorquando – da primo cittadino col potere decisionale per la chiusura delle scuole – si è trovato a fare i conti con i bambini che, non accettando le decisioni assunte, hanno iniziato a far circolare la voce che De Magistris facesse ordinanze ad hoc per ingraziarsi la classe docente.

Coordinata dal direttore artistico del Buona Vita! Fest, Sergio Gimigliano, e dagli interventi dell’ex amministratore del comune tirrenico, Fabio Angilica e dalla coordinatrice del Laboratorio Idee Riformista, Emanuela Matta, la presentazione è trascorsa per quasi due ore, col folto pubblico presente coinvolto nella lettura e nell’analisi di vari passaggi, compresi quelli più controversi, che hanno visto l’ex magistrato opporsi ad iniziative legali tendenti a disarcionarlo dal suo ruolo di primo cittadino.

«Napoli è l’unica città d’Italia ad avere l’acqua pubblica – ha chiosato in un passaggio De Magistris – e questo fatto forse non è piaciuto a qualcuno, tant’è che ancora oggi assistiamo all’emanazione di decreti volti a privatizzare i servizi idrici in tutta Italia. Questo agire contro la volontà popolare, è il chiaro segno del fatto che in Italia c’è qualcuno che tutela l’interesse di categorie che col popolo non c’entrano affatto. Auspico – ha concluso l’ex sindaco partenopeo – un risveglio delle coscienze, che dia una svolta definitiva allo status quo».

Alle spalle degli oratori sono state posizionate opere d’arte raffiguranti varie versioni di Diego Armando Maradona, «atleta capace di incarnare vizi e virtù – ha detto De Magistris – di tutta la comunità arroccata ai piedi del Vesuvio, al punto che quando si trattò di dedicargli lo stadio (ex San Paolo, ndr), nessuna voce critica si è levata ad osteggiarla».

L’incontro si è concluso tra le note dei più celebri pezzi di Pino Daniele ed Edoardo Bennato, i cui brani sono stati sapientemente proposti dal musicista Marco Trifilio.