Gli scavi archeologici nella Valle del Raganello mirano a individuare il resto dell’insediamento abitativo risalente all’età del Bronzo e inizio età del Ferro
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Domani, 21 giugno, a Civita, all’Ecomuseo, a partire dalle 15,30, si terrà una conferenza in cui verranno presentate le recenti scoperte archeologiche effettuate nel territorio del comune arbëresh. Insediamenti e reperti venuti alla luce nel corso di una ricerca ventennale che l’Università di Groningen (Olanda) sta portando avanti nella Valle del Raganello, di concerto con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cosenza, il Polo Museale della Calabria (Museo Archeologico della Sibaritide) e le amministrazioni locali.
Il Progetto archeologico Raganello
«Nel 2000 - spiega, con una nota, l’archeologa Francesca Ippolito, ricercatrice presso l’Università di Groningen - l’Istituto di Archeologia dell’Università di Groningen (Gia) ha ufficialmente dato inizio al Progetto archeologico Raganello (Rap). Ricerche nella Valle del Raganello erano già state avviate dal Gia a partire dai primi anni ’90 nei dintorni di Timpone della Motta a Francavilla Marittima e, con il progetto Rap, si sono poi estese a Civita, Cerchiara, Frascineto, Cassano allo Jonio e San Lorenzo Bellizzi».
L’insediamento
Incorporando anche i dati e le conoscenze acquisite tramite le ricerche del Gruppo Speleologico Sparviere di Alessandria del Carretto, grazie al progetto «sono stati individuati una notevole quantità di siti archeologici che vanno dal Neolitico agli inizi dell’età del Ferro. Le ricerche hanno previsto campagne di scavo, ricognizioni archeologiche, prospezioni geofisiche e geoarcheologiche che hanno portato a importanti risultati scientifici concernenti lo sviluppo insediativo di lunga durata di un territorio chiave per la comprensione della protostoria e della storia della colonizzazione greca nella Sibaritide».
Gli scavi a Civita
Nel 2018 sono stati avviati scavi archeologici a Civita, in Località Monte San Nicola, in seguito a pluriennali indagini di superficie e geofisiche. Gli scavi, diretti dal Professore Martijn van Leusen e da Francesca Ippolito hanno permesso di portare alla luce delle strutture in fossa relative ad un’area di attività antropica connessa a un insediamento abitato intorno al 1000 a.C., periodo fra la fine dell’età del Bronzo e gli inizi dell’ età del Ferro. «Tra le strutture, sono stati rinvenuti i resti di un forno per la cottura dei cibi, in cui sono stati trovati resti di farro. Il prosieguo delle indagini – sottolinea l’archeologa Francesca Ippolito - mira alla scoperta del resto dell’insediamento o villaggio a cui queste strutture afferiscono, in modo da restituire uno spaccato di vita di 3000 anni fa, periodo cruciale per capire come si siano svolti in questa regione gli incontri e gli scambi con quei Greci che poi fonderanno la colonia di Sibari. Ci auguriamo che queste scoperte andranno ad arricchire il patrimonio culturale e a incrementare l’offerta turistica del territorio».
Il convegno
Il convegno di domani pomeriggio, dopo i saluti istituzionali del sindaco di Civita, Alessandro Tocci, del presidente del Parco del Pollino, Mimmo Pappaterra, del consigliere regionale Gianluca Gallo, della direttrice dell’Area archeologica di Sibari, Adele Bonofiglio, di Mario Pagano, Soprintentedente Sabap Catanzaro, Cosenza e Crotone, e di Simone Marino, funzionario responsabile Sabap Catanzaro, Cosenza e Crotone, prevede la partecipazione, tra gli altri, di Martin Guggisberg, professore di Archeologia Classica, Università di Basilea (Svizzera), di Marta Imbach, assistente agli scavi, Università di Basilea (Svizzera), di Martijn van Leusen, professore di Archeologia del Paesaggio, Università di Groningen, di Francesca Ippolito, ricercatrice, Università di Groningen, di Sara Sbrissa, Memo Tour Operator, Archeologia e Turismo: promozione del sito web lovesouthitaly.