Ci sono alcuni punti non chiari negli interventi che si andranno a fare all'interno del progetto di riscoperta archeologica “Antica Kroton”, del quale lo scorso 19 marzo si è firmato il protocollo tra Ministero dei Beni Culturali, Regione Calabria e Comune di Crotone. Il progetto prevede il finanziamento di 61milioni e 700mila euro e riguarderà varie zone del capoluogo pitagorico.
Queste criticità sono state sollevate dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Margherita Corrado, la quale le ha già sottoposte al Mibact, e prossimamente si incontrerà con gli altri due attori: «c'è il rischio di disperdere le energie in troppe direzioni – ha dichiarato – ho insistito sul fatto che bisogna avere un obiettivo qualitativamente altissimo, e tutte le azioni dei tre protagonisti devono andare in quella direzione, altrimenti si rischia di perdere questa opportunità, senza ottenere un risultato a lungo periodo. Capocolonna, per esempio, deve essere protagonista di questo progetto, e non avere un ruolo marginale come riportato sulla scheda; ho chiesto un intervento più consistente. Ho chiesto, inoltre, che su una decina di siti all'interno della città, individuati come da scavare e da indagare e non lasciare a vista, ci si concentrasse solo su tre o quattro. Ho fatto l'esempio dell'area dello stadio, ma anche di piazza Villaroja – se la cifra è sufficiente per effettuare uno scavo come si deve poiché la zona richiede una grossa spesa – Vignanuova, ovvero la sede dell'altro Santuario di Hera vicino le mura della città. Ecco, quest'ultimo è un altro luogo che va assolutamente privilegiato in previsione di un sito di successo».

Dunque, quelle della Corrado sarebbero indicazioni che garantirebbero il lavoro di tutti in un'unica direzione per questo progetto, sapendo dall'inizio cosa si andrebbe a fare, come e con quali tempi di andrebbe ad intervenire. «E' importante che i cittadini sappiano – continua la senatrice – come sarà speso ogni euro di quei 61 milioni, perchè è una cifra talmente grande che si rischia poi di ragionare nell'ordine dei milioni di euro come se fossero bruscolini. Ogni euro di quel denaro deve essere impiegato con buonsenso, razionalità, e con una prospettiva di miglioramento della vita della città, soprattutto di opportunità lavorative. La tutela, però, dei beni culturali deve essere messa al primo posto, senza danneggiamenti; per esempio, l'idea iniziale basata sull'erronea convinzione che Kroton fosse come Pompei, va abbandonata nell'area davanti le fabbriche. Questo perchè è un'area inquinata, se volessimo decontaminarla con gli strumenti che abbiamo oggi, dovremmo praticamente asportare gran parte di quel terreno, asportando anche i beni archeologici. E' impensabile, conviene fare la fitorimediazione». «Dobbiamo puntare sulle nuove tecnologie – conclude Margherita Corrado – accattivanti sia per il pubblico locale, sia per l'eventuale turista, anche perchè l'obiettivo sarebbe quello di comunicare al mondo esterno l'importanza di Kroton, obiettivamente straordinaria, facendo in modo che questi non crotonesi desiderino venire da noi».