«Ciò che sempre ci emoziona è vedere come sia la stessa classe a farsi famiglia per questi ragazzi dal vissuto complesso e doloroso. Questa crediamo sia la ragione portante per la quale chi arriva si integra sempre bene». Sottolinea la grande partecipazione umana ed emotiva delle alunne e degli alunni del plesso Montalbetti, scuola secondaria di primo grado dell’Ic comprensivo Telesio di Reggio Calabria, la docente e componente della commissione Intercultura dell’istituto reggino, Carmela Antonia Alati. La scuola diventa, infatti, luogo di famiglia per chi ha lasciato la propria nel paese di origine e questo primo giorno l’inizio o anche la prosecuzione di un percorso di speranza che concretamente cambia la vita. La scuola secondaria di primo grado Montalbetti anche quest’anno sarà frequentata pure da un gruppo di adolescenti arrivati soli, senza genitori e familiari, al porto di Reggio e di Roccella Ionica nelle scorse settimane, oggi sono accolti nella casa dell’Annunziata della comunità Papa Giovanni XXIII della città dello Stretto.

La loro tenera apprensione...

«Preparare questi ragazzi alla scuola è sempre emozionante. Ieri sera eravamo con loro, condividendo la loro tenera apprensione. Il loro progetto migratorio - spiega Giovanni Fortugno, responsabile della Casa di Accoglienza Annunziata della Comunità Papa Giovanni XXIII di Reggio Calabria - prevede l’arrivo in Europa in cerca di opportunità per aiutare le famiglie lasciate in patria. Far comprendere che qui c’è un percorso da intraprendere con la scuola e l’impegno che comporta, diventa per noi parte del cammino educativo da compiere con loro. Da anni, ormai, abbiamo consolidato una virtuosa collaborazione con la scuola Montalbetti, con la dirigente dell’Istituto comprensivo Telesio, Marisa Maisano, e con il gruppo di docenti appositamente formati che ormai hanno acquisito competenza ed esperienze tali da consentirci di contare su questa scuola in termini di inserimento, alfabetizzazione, apprendimento, formazione e anche di sicurezza e tutela, vista la fragilità di queste ragazze di questi ragazzi. Siamo dunque contenti di proseguire questo cammino, che resta complesso, in questa scuola dove quest’anno abbiamo iscritto quattro giovani e siamo in attesa di perfezionare l’iter per iscriverne un quinto, fiduciosi che, come per tanti altri che poi hanno conseguito la licenza media, anche loro proseguiranno, si diplomeranno e cresceranno con delle prospettive», spiega ancora Giovanni Fortugno, responsabile della Casa di Accoglienza Annunziata della Comunità Papa Giovanni XXIII di Reggio Calabria.

La scuola e la sua esperienza consolidata

Un’esperienza ormai consolidata, quella dell’Ic Telesio di Reggio Calabria, iniziati già alcuni anni fa, accogliendo e ponendo al centro l’inserimento e l’apprendimento di bambine, bambini e adolescenti provenienti da diversi Paesi come Egitto, Nigeria, Pakistan, Congo ma anche Marocco, India, Filippine e Cina (in questi casi si tratti di bambine, bambini e adolescenti con famiglie), iscritti anche nei plessi della scuola primaria e dell’infanzia. Un’esperienza che, in questo frangente storico, coinvolge anche la comunità ucraina.

«La nostra scuola è stata capofila del progetto “La Calabria accoglie” e con Cidis ha potuto contare su un bagaglio di ore di formazione che hanno dotato l’istituto di un gruppo di docenti appunto formati sull’insegnamento dell’Italiano come seconda lingua. Anche il Moci ci supporta in questa attività di accoglienza. Ci sono ormai dei protocolli consolidati anche per le famiglie, nel caso in cui ci siano», ha spiegato Carmela Antonia Alati, docente e componente della commissione Intercultura dell’istituto comprensivo Telesio di Reggio Calabria.

Il livello di integrazione passa dal anche coinvolgimento nelle attività e nei progetti. Significativa, tra le tante, è stata l'esperienza, guidata dal professore Giovanni Portas, condotta nell'ambito del Pon di Arte e culminata nella decorazione delle porte del plesso della scuola prima Ciraolo.

La classe diventa una famiglia

«Noi abbiamo sempre parlato di accoglienza, anche prima che arrivassero questi giovani non accompagnati. Le nostre classi sono state da sempre sensibilizzate verso l’accoglienza di bambine, bambini e adolescenti di nazionalità non italiana e devo dire che la risposta è sempre molto positiva», sottolinea Mariateresa Lo Giudice, docente e componente della commissione Intercultura dell’istituto comprensivo Telesio di Reggio Calabria.

Studiare per condividere e costruire il futuro

Un percorso che fruttuosamente semina tanto in chi impara quanto in chi insegna. «È per noi un’esperienza bellissima. I nostri ragazzi vengono a trovarci con i loro educatori anche dopo il termine del percorso di studi. Dopo la licenza conseguita qui, proseguono e si diplomano in tanti istituti superiori della Città, segno che il percorso di integrazione e apprendimento si rivela non solo arricchente, dal momento che lascia ricordi importanti, ma anche efficace, visto che semina anche conoscenza e costruisce basi solide per il futuro», hanno concluso Carmela Antonia Alati e Mariateresa Lo Giudice, docenti e componenti della commissione Intercultura dell’istituto comprensivo Telesio di Reggio Calabria.