La rivista francese ISF.mag dell’associazione internazionale “Image Sas Frontiere”, ha dedicato un’intera pagina al portfolio di Mario Iaquinta “Sepolti e dimenticati”. Un importante e qualificato riconoscimento per un lavoro unico e straordinario nel suo genere, realizzato nel cimitero di San Giovanni in Fiore.

Mario Iaquinta ha inteso cosi, in qualche modo, commemorare quei defunti la cui identità ormai si è persa e che, ahimè, anche il 2 novembre non ricevono né un lumino e nemmeno un fiore. Ecco cosa ha scritta Antonella Scavelli per questo portfolio: «Alcune di queste lapidi conservano un leggero strato di colore, altre solo la foto, altre ancora qualche lettera ad indicare che un tempo qualcuno ha posto il nome del proprio caro, altre nulla, completamente spoglie. Una di queste conserva un fiore di plastica, abbastanza logorato da giornate piovose, fredde o troppo calde, testimone di molte stagioni trascorse».

La morte sul piano materiale non è equa, come sosteneva il grande Totò nella sua poesia 'A livella. Il bravissimo fotografo di San Giovanni in Fiore (pluripremiato), con questo suo lavoro ha saputo dare alla fotografia il compito di sfidare il tempo, fino ad impedirgli di cancellare la memoria, perfino la storia di tanta gente dimenticata da tutti.

Iaquinta illumina la morte dimenticata, quei loculi ormai consumati e perfino invisibili, di cui tanti cimiteri sono pieni, e dove ormai non va più nessuno. Forse nemmeno il prete per una sommaria e frettolosamente benedizione. Nessuno sa più chi siano quei defunti, nessuno li vede, stanno lì finché l’oblio non li cancellerà per sempre.

Iaquinta ferma l’oblio, quasi lo immortala, lo sfida. Sa benissimo che non può vincere questa tremenda sfida, ma almeno l’ha raccolta e l’ha conservata in un angolo del suo straordinario archivio dell’arte della fotografia che sfida il tempo.