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Gli Arbereshe di Vena di Maida per la prima volta partecipano al Festival delle Culture a Lussemburgo. Un evento importantissimo per la promozione della cultura e delle tradizioni, il Festival des migrations, des cultures et de la Citoyennetè. Laicità e spiritualità. Diritti e rivendicazioni sociali. Tanto associativismo e tanta cultura. Una bella occasione di incontro e condivisione per questa comunità che in Calabria ha trovato la sua seconda Patria.
Tre giorni di eventi
Sono infatti passati molti secoli dall’insediamento degli arbëreshë in Italia ma la coscienza di appartenere ad una comune etnia, alla nazione albanese, al “giaku ynë i shprishur”(sangue nostro sparso) non è mai venuta meno. Tre giorni di eventi, manifestazioni con stand gastronomico compreso, il 2 , il 3 ed il 4 marzo 2018 a cura dell’Associazione Arbereshe di Vena di Maida che ha promosso l’evento.
La comunità a Vena di Maida
Vena di Maida è una comunità che mantiene ancora vivo il ricordo delle proprie origini albanesi. Secondo alcune fonti, Vena fu fondata intorno al 1450 da truppe Albanesi al seguito di Demetrio Reres, nobile albanese che, su invito del re di Napoli Alfonso I di Aragona, giunse in Calabria per ristabilire l’ordine tra i baroni che si erano ribellati alla sua autorità. Gli uomini che erano stati al seguito di Reres, stazionando in prossimità del bacino del fiume Amato, popolarono diversi casali abbandonati. Altre fonti inseriscono la fondazione di Vena dopo l’invasione dei Turchi in Albania e quindi dopo la morte di Skanderberg.
La storia degli insediamenti albanesi in Calabria
Secondo lo storico locale Gaetano Boca, Vena sorse sui territori confiscati dal re Alfonso I di Aragona a Luigi Caracciolo, conte di Nicastro e Signore di Maida e fu tra i primi insediamenti albanesi in Calabria. L’attuale nome del paese, Vena, a forse origine dalle caratteristiche geomorfologiche e dalle condizioni strutturali del territorio che è molto poroso e ricco di venature, anche se il nome più antico sembra essere Sant’Andrea della Vena.
Ancora oggi è possibile riscontrare dal folklore, specchio della vita di un popolo e depositario della sua memoria storica, questa appartenenza alla madre patria di origine. Interessanti e numerose sono al riguardo le testimonianze che si riferiscono alla presenza di questo motivo sia nei canti, nelle danze e nei costumi. Una partecipazione che certamente darà un contributo importante al festival delle culture e farà conoscere a tutto il mondo una piccola comunità che però ha tanto da raccontare .