Una vibrazione diventa suggestione, una storia antica si affida a un linguaggio moderno e la parete di un Castello funge da originale schermo sul quale i suoni si tramutano in immagini e infinite particelle formano misteriosi e affascinanti intrecci di luce.

A Reggio Calabria l'antico ha incontrato il contemporaneo in occasione dell’"Oratorio Virtuale, Electronics Visual Opera" del conservatorio della Svizzera Italiana con sede a Lugano. Promossa e finanziata dalla Città Metropolitana, per il cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, la performance di grande impatto visivo ed emotivo di Alberto Barberis e Bera Romairone, in piazza Castello a Reggio Calabria, rientra tra gli eventi Artistici Transculturali Multidisciplinari a cura di Noma World e Locrian Department - festival della Scala musicale locrese, con la direzione Artistica di Tommaso Marletta.

Il mito e la contemporaneità

«Siamo da sempre impegnati nel valorizzare il legame tra memoria e mito e nel mettere in relazione tutto ciò che ci appartiene come consegna storica e formativa con i linguaggi contemporanei. Siamo convinti che l’antico non sia una dimensione statica e ma dinamica e che la sua attualità si riveli in occasione di ogni incontro e contaminazione con il moderno, come testimoniato dall’esperienza dell'Oratorio Virtuale», sottolinea Tommaso Marletta, direttore artistico del Locrian Department e presidente dell’associazione Noma World.

Lo stile Barocco e il suono Elettronico

Con il musicista elettronico e compositore Alberto Barberis e la sassofonista italo-brasiliana Bera Romairone ecco che la magia si compone davanti al pubblico immerso in un'intensa atmosfera musicale; un inedito viaggio che dallo stile Barocco si spinge fino al suono elettronico.

«Oratorio Virtuale è una rielaborazione elettroacustica con una forte dimensione anche ricompositiva dell’opera dedicata alla storia di San Giovanni Battista, composta nel 1675 da Alessandro Stradella. Una storia in cui palpitano le grandi questioni umane e che dunque risuona come universale. Questo progetto audio visivo, in tempo reale nella sua composizione ed esecuzione - spiega Alberto Barberis - propone una lettura moderna di una storia universale attraverso l’innesto della musica elettronica in frammenti ed estratti di quella Barocca. Quello che il pubblico ha visto riprodursi sulla grande parete del Castello Aragonese è il frutto dell’analisi attraverso degli algoritmi e di una trasfigurazione elettronica che conduce in una dimensione tridimensionale il suono di trenta secondi della sinfonia originale di Alessandro Stradella. Le particelle generate da questa trasfigurazione raccontano, attraverso i mille mondi che compongono, la storia San Giovanni Battista. Così la musica originale è proprio la fonte alla quale ho attinto per creare i visuals che accompagnano la composizione», spiega ancora Alberto Barberis, musicista elettronico, compositore e docente presso il Conservatorio della Svizzera Italiana con sede a Lugano.

«In questo processo creativo si inserisce, arricchendolo, il sassofono. Un’interazione con uno strumento acustico che impreziosisce la narrazione di suoni e immagini, mettendo in luce l'essenza di questa esperienza che è rappresentata anche dall'incontro tra la persona, il soffio, il respiro dentro lo strumento e la tecnologia capace di trasfigurare il sentire senza tradire. Siamo particolarmente contenti di esserci esibiti in un’occasione così speciale come quella del cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, capolavori dell'arte magno greca che abbiamo avuto la fortuna di ammirare al museo proprio in occasione di questa nostra prima volta a Reggio e in Calabria», racconta Bera Romairone, sassofonista italo-brasiliana e docente presso il Conservatorio di Ginevra.

«Da compositore mi sono sempre confrontato con il passato e con la storia. In questa terra, dove si respira questo forte richiamo della storia antica, mi sono infatti sentito a casa, Il privilegio di esserci potuti avvalere dell’immensa parete di un Castello, anch’esso con la sua storia, e di esserci esibiti in un’occasione così speciale come quella legata ai meravigliosi Bronzi di Riace, ha reso questa una delle nostre più belle rappresentazioni» conclude ancora Alberto Barberis, musicista elettronico, compositore e docente presso il Conservatorio della Svizzera Italiana con sede a Lugano.