È scomparso all'età di 73 anni il fondatore del Maon di Rende. Autore di più di cento pubblicazioni nonchè collaboratore delle testate giornalistiche più prestigiose prestando la sua opera di consulente anche per documentari Rai
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Il critico d'arte e scrittore Tonino Sicoli non c'è più. La notizia si è diffusa rapidamente stamattina in tutta la regione tra l’incredulità e il dolore. Sicoli, 73 anni, nato a Cosenza, classe ’48, fondò a Rende il Maon (Museo dell’arte dell’Otto e del Novecento) di cui fu direttore.
Da grande esperto del Novecento, firmò più di cento pubblicazioni dedicate all’arte e alla sua Calabria, nonché documentari per la Rai. Da giornalista collaborò con testate come “L’Unità”, “Paese Sera”, “Il Sole 24 ore”, solo per citarne alcune, e fu la mente creativa del Museo Civico di Rende, da cui partì una intensa stagione di mostre istituzionali che portarono alla ribalta i migliori artisti del Dopoguerra calabrese.
Nel 1990 curò l’antologica “Le muse inquietanti”, nel 1995 quella dedicata al futurista calabrese Antonio Marasco, nel 1996 quella su Mimmo Rotella, curata assieme a Renato Barilli, la prima mostra in Calabria del maestro catanzarese, celebre inventore della tecnica del décollage.
Sicoli ha anche curato i programmi televisivi della Rai “Dentro/Fuori”, e “Marasco futurista dissidente” fornendo la sua attività di consulente per i documentari “Il ritorno di Boccioni a Reggio”, “L’essenziale è lo scarto” e “La periferia sperimentale”.
Ha insegnato Museologia e Fenomenologia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, fu docente a contratto all’Unical, tenendo diversi seminari tra Roma e la Calabria.
Tra la fine degli anni Novanta e il primo decennio del 2000 è stato consulente dell’assessore alla Cultura della Regione Calabria, consulente per l’arte contemporanea del Museo Civico di Rende, del sindaco di Catanzaro e del Comune di Cosenza per il quale ha elaborato il progetto “La città come museo all’aperto” (che sarebbe diventato poi il Mab).
Esperto e amante dell’opera di Antonio Marasco e di Enzo Benedetto, ha scritto pagine importanti della storia dell’arte di una Calabria che oggi piange la sua scomparsa.