A volte lo si incrociava per strada, altre volte lo si ritrovava a un cenacolo o a un incontro letterario e altre ancora lo si incontrava in compagnia di un amico comune. Poco importava. Il suo sorriso era sempre lì pronto ad accogliere, un tratto distintivo intramontabile. Lo è anche adesso che purtroppo è diventato un ricordo. Un carissimo ricordo. Giuseppe Gangemi, scrittore, poeta e giornalista reggino, è mancato qualche giorno fa all'età di 59 anni. Gli sopravvive l'adorata madre Maria. Lascia un vuoto che con il tempo sarà colmato dal calore e dalla luce del suo ricordo e dalle parole che ci ha lasciato.

«Persona per bene e di antica educazione. Appassionato lettore. Colto e simpatico. Capace di comunicare sensazioni positive e sempre pronto a cogliere l'aspetto migliore delle persone. Un uomo di rara sensibilità, dolce e garbato nei rapporti sociali e profondamente innamorato della poesia. Riposa in pace, amico poeta. Solo pochi giorni fa parlavamo delle sere senza stelle, tu ascoltavi la tristezza degli altri, e neanche accennavi alla tua che era più triste; ma poi ci veniva incontro la poesia, ti ricordi? e ridevamo, ridevamo...». Non uno ma tanti, tantissimi messaggi convivono in queste poche righe che attestano l'immenso affetto verso il "gigante buono".

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